Dalle stelle alle stalle? Tudor vs Conte, la sfida tra amici diventa quella della sopravvivenza
Marsiglia-Tottenham non è solo il più classico dei confronti tra amici di vecchia data, compagni di tante battaglie (alla Juve) e il confronto tra due facce della stessa medaglia per il modo di intendere il calcio e i rapporti umani all'interno di uno spogliatoio. Quella tra Igor Tudor e Antonio Conte - anche se quest'ultimo sarà solo in tribuna per l'espulsione subita nel concitato finale del match contro lo Sporting Lisbona - sarà una vera e propria sfida per la sopravvivenza. Per proseguire il cammino in Champions League, con tutti gli annessi e connessi a livello economico e di prestigio, ma anche per iniziare a scrivere con un po' di anticipo il proprio futuro.
LO SCOMODO TUDOR - Dopo un'ottima partenza da ambo le parti, sia Tudor che Conte hanno assistito nelle ultime settimane ad un'evidente involuzione in termini di risultati e di prestazioni delle rispettive squadre: tra problemi di natura atletica e tattica e qualche infortunio di troppo, sia il Marsiglia che il Tottenham hanno mostrato le prime pericolose crepe, alimentando il dibattito sui due allenatori. L'impatto di Tudor nella galassia francese è stato tutt'altro che morbido, complice una gestione del gruppo e di alcuni dei suoi leader consolidati - l'idolo del Velodrome Payet su tutti - molto rigida e senza sconti. Mai digerita del tutto, a dirla per bene. Aspetti che passano in secondo piano fintanto che i risultati ti sostengono ma che tornano prepotentemente alla ribalta quando le cose iniziano a non girare più come prima. Nello specifico, la sola vittoria ottenuta nelle ultime sei gare ufficiali (sul campo dello Sporting Lisbona) ha finito per essere offuscata dal ko di Francoforte ma soprattutto dalle tre sconfitte di fila in Ligue 1 e dal pari subito in rimonta per mano dello Strasburgo (da un vantaggio di due reti) che hanno staccato l'OM dalla vetta della classifica facendolo precipitare in quinta posizione.
I DUBBI SU (E DI) CONTE - Se Tudor "piange", non se la passa troppo meglio l'amico Antonio (Conte), che nell'ultimo week-end di Premier ha acciuffatto un'isperata vittoria sul campo del Bournemouth dopo essere stato sotto 0-2 e al quale stasera basterà un punto nella bolgia del Velodrome per superare il turno e scacciare l'ombra del tabù Champions League che ha spesso contraddistinto la sua carriera. Il triplo ko contro Arsenal, Manchester United e Newcastle ha spento bruscamente gli entusiasmi successivi all'ottima partenza in campionato - la migliore di sempre nella storia del Tottenham - e riportato a galla il sospetto che per essere realmente competitivi per la conquista di un titolo il gap sia ancora distante dall'essere colmato. A Londra più di qualcuno, tra tifosi ed addetti ai lavori, ha iniziato a sollevare i primi dubbi sull'atteggiamento tattico non abbastanza coraggioso di Conte e i rumors sulla delicata partita per il rinnovo del contratto che scade il prossimo giugno non alimentano un clima di serenità e sicurezza. La presenza sempre più insistente dell'ipotesi di un ritorno alla Juventus sullo sfondo pare aver distolto l'attenzione di tutti dall'obiettivo. Ecco perché fallire questa sera il primo grande traguardo della stagione, da una parte e dell'altra, rischia di avere pesanti ripercussioni sul futuro di Tudor e Conte. Chi perde, è perduto.
LO SCOMODO TUDOR - Dopo un'ottima partenza da ambo le parti, sia Tudor che Conte hanno assistito nelle ultime settimane ad un'evidente involuzione in termini di risultati e di prestazioni delle rispettive squadre: tra problemi di natura atletica e tattica e qualche infortunio di troppo, sia il Marsiglia che il Tottenham hanno mostrato le prime pericolose crepe, alimentando il dibattito sui due allenatori. L'impatto di Tudor nella galassia francese è stato tutt'altro che morbido, complice una gestione del gruppo e di alcuni dei suoi leader consolidati - l'idolo del Velodrome Payet su tutti - molto rigida e senza sconti. Mai digerita del tutto, a dirla per bene. Aspetti che passano in secondo piano fintanto che i risultati ti sostengono ma che tornano prepotentemente alla ribalta quando le cose iniziano a non girare più come prima. Nello specifico, la sola vittoria ottenuta nelle ultime sei gare ufficiali (sul campo dello Sporting Lisbona) ha finito per essere offuscata dal ko di Francoforte ma soprattutto dalle tre sconfitte di fila in Ligue 1 e dal pari subito in rimonta per mano dello Strasburgo (da un vantaggio di due reti) che hanno staccato l'OM dalla vetta della classifica facendolo precipitare in quinta posizione.
I DUBBI SU (E DI) CONTE - Se Tudor "piange", non se la passa troppo meglio l'amico Antonio (Conte), che nell'ultimo week-end di Premier ha acciuffatto un'isperata vittoria sul campo del Bournemouth dopo essere stato sotto 0-2 e al quale stasera basterà un punto nella bolgia del Velodrome per superare il turno e scacciare l'ombra del tabù Champions League che ha spesso contraddistinto la sua carriera. Il triplo ko contro Arsenal, Manchester United e Newcastle ha spento bruscamente gli entusiasmi successivi all'ottima partenza in campionato - la migliore di sempre nella storia del Tottenham - e riportato a galla il sospetto che per essere realmente competitivi per la conquista di un titolo il gap sia ancora distante dall'essere colmato. A Londra più di qualcuno, tra tifosi ed addetti ai lavori, ha iniziato a sollevare i primi dubbi sull'atteggiamento tattico non abbastanza coraggioso di Conte e i rumors sulla delicata partita per il rinnovo del contratto che scade il prossimo giugno non alimentano un clima di serenità e sicurezza. La presenza sempre più insistente dell'ipotesi di un ritorno alla Juventus sullo sfondo pare aver distolto l'attenzione di tutti dall'obiettivo. Ecco perché fallire questa sera il primo grande traguardo della stagione, da una parte e dell'altra, rischia di avere pesanti ripercussioni sul futuro di Tudor e Conte. Chi perde, è perduto.