Calciomercato.com

  • Dalla Triestina al Feyenoord, Parlanti a CM: "Una chiamata a sorpresa, è la mia occasione"

    Dalla Triestina al Feyenoord, Parlanti a CM: "Una chiamata a sorpresa, è la mia occasione"

    • Francesco Guerrieri
    Dalla Triestina al Feyenoord il salto è enorme. Gabriele Parlanti ha deciso di andare avanti step by step, facendo un passaggio intermedio nella seconda divisione olandese: "Arrivo dalla Serie C, sogno la Serie A - racconta nella nostra intervista - ma voglio rimanere con i piedi per terra, a ogni obiettivo raggiunto ci sono arrivato sempre passo dopo passo". Mezz'ala classe 2004, in estate l'ha preso il Feyenoord girandolo in prestito al Dordrecht: "In questi giorni mi sto allenando nell'Academy del Feyenoord per recuperare da uno stiramento del retto femorale. Ma ci sono quasi, la prossima settimana dovrei iniziare ad allenarmi in gruppo con la nuova squadra".

    Dall’Italia all’Olanda, cosa ti aspetti da quest'avventura?
    "Ho vent'anni, per me è un salto di categoria a livello personale. Anche in ambito extracalcistico, per esempio la vedo come un'opportunità per migliorare l'inglese".

    Che effetto fa indossare la maglia del Feyenoord, anche solo per le foto di rito?
    "Mi fa strano pensare che due anni fa giocavo in Serie D e ora ho la maglia di un club che fa la Champions".

    Ti sei studiato la seconda divisione olandese?
    "Me ne hanno parlato, spiegandomi che c'è un calcio più propositivo con pressione alta e più spazi liberi. Credo che siamo sul livello di una bassa Serie B/alta Serie C".

    Nella rosa del Dordrecht c’è un altro italiano, Lorenzo Codutti. 
    "Lo conoscevo già perché ci avevo giocato contro e un mio amico è stato suo compagno di squadra. Quando ho saputo di quest'opportunità l'ho contattato e ci siamo sentiti, a breve andremo a vivere insieme e sicuramente mi aiuterà ad ambientarmi in un nuovo contesto".

    Dalla Triestina al Feyenoord, Parlanti a CM:

    Sei un uomo di casa?
    "Diciamo che sopravvivo... Finché sono stato con la famiglia ero abituato bene perché faceva tutto mia madre, ma quando sono stato solo me la sono sempre cavata: lavo, cucino...".

    Ci racconti che giocatore sei? 
    "Una mezz'ala che ha nella corsa la caratteristica principale e si butta negli spazi, il fatto che in Olanda ce ne siano di più per me è un bene. L'anno scorso ho fatto 2 gol ma ne ho sbagliati altri per colpa mia: mi sono capitate occasioni per segnare, ne avrei potuti fare almeno il doppio. Quest'anno spero di fare almeno lo stesso numeri di reti".

    In che ruolo giocherai?
    "Il modulo di base dovrebbe essere un 4-2-3-1, io sarò uno dei due davanti alla difesa. Ma qui lasciano libertà di attaccare anche a chi gioca mediano, c'è una mentalità più offensiva".

    L’anno scorso eri in prestito al Sestri Levante col quale hai affrontato la Juve NextGen: ci dici un giocatore che ti ha colpito? 
    "Luis Hasa, prima o poi lo vedremo fisso in Serie A. Di nome già lo conoscevo, ma giocandoci contro mi ha colpito la sua rapidità e la tecnica; inoltre è forte anche nella fase difensiva, che per un giocatore con le sue caratteristiche non è scontato". 

    Com’è nata l’idea di andare in Olanda?
    "Dopo il prestito al Sestri Levante pensavo di rimanere alla Triestina, poi la società ha ricevuto questa offerta dal Feyenoord e ne ha parlato con me e con il mio agente Gianluca Mancini. Una chiamata del genere non si poteva rifiutate, così abbiamo firmato accettando anche il prestito al Dordrecht".

    Dalla Triestina al Feyenoord, Parlanti a CM:

    Come hai vissuto una trattativa così importante?
    "Non l'ho seguita in prima persona perché ero in ritiro a Trieste, ma quando il mio procuratore mi scriveva sentivo un mix di stress ed emozione. Tra l'altro in quei giorni ero infortunato, sapere che era arrivata la chiamata di un club così importante come il Feyenoord mi ha tirato su di morale".

    La tua famiglia verrà con te?
    "Purtroppo no, lavorano tutti e non si possono spostare. Non mi seguirà neanche la mia ragazza, diciamo che siamo ancora troppo giovani per un passo così importante. Ma so che tutti insieme si stanno organizzando per venirmi a trovare presto".

    Ti sei chiesto come mai club italiani non si sono fatti sentire?
    "Non ci ho pensato, però devo dire l'occasione di andare in Olanda l'ho vista come un'opportunità. Tanti giovani italiani prima di giocare in Serie A hanno fatto esperienze all'estero".

    Non è un caso.
    "Non credo. Se arrivi dal settore giovanile spesso non sei considerato ancora pronto per il salto, se giochi 25/30 partite all'estero ti vedono sotto un'altra ottica".

    C'è qualche club di Serie A che ti ha cercato?
    "L'anno scorso avevo una proposta dall'Atalanta che voleva portarmi in Under 23".

    E' vero che in Italia non si punta sui giovani?
    "Io penso che i top club facciano più fatica a lanciare un ragazzo perché hanno degli obiettivi da raggiungere, ma l'idea di creare le Under 23 dimostra che la volontà di far giocare i giovani c'è; con le seconde squadre rimangono nello stesso ambiente crescendo in un campionato difficile come la Serie C. Poi è vero che da noi c'è più pressione e magari i club tendono a tutelare i giovani talenti".

    @francGuerrieri 

    Commenti

    (1)

    Scrivi il tuo commento

    limort...
    limort...

    mi sembra giusto che i giovani italiani se ne debbano andare a giocare all'estero. in Italia togl...

    • 1
    • 6

    Altre Notizie