AFP/Getty Images
Dalla Spagna: Ronaldo accerchiato, un complotto dietro il rosso di Valencia?
L'espulsione di Cristiano Ronaldo nell'esordio stagionale in Champions League della Juventus a Valencia continua a far discutere. Non solo in Italia, col club bianconero che non ha ancora digerito la direzione arbitrale del tedesco Brych e che preannuncia ricorso in caso di squalifica superiore a un turno, ma anche in Spagna. Il quotidiano madrileno Marca ritorna oggi sul controverso episodio del "Mestalla" e svela alcuni retroscena raccolti presso l'entourage del campione portoghese.
RONALDO ACCERCHIATO - Ronaldo sarebbe convinto di essere al centro di un complotto ordito dalla Uefa nei suoi confronti, un piano partito da lontano con la decisione di non assegnarli il premio riservato al miglior calciatore dell'ultima Champions League, finito nelle mani del croato Modric. CR7 era convinto di aver fatto tutto il possibile per meritarsi il riconoscimento e la sua scelta di non presentarsi a Montecarlo per partecipare all'evento avrebbe indispettito a tal punto i vertici del massimo organismo calcistico in Europa tanto da mettere in atto una "vendetta". Questo è almeno quello che passa nella testa del Pallone d'Oro, esploso in un pianto plateale al momento della cacciata dal campo per la presunta tirata di capelli a Murillo del Valencia.
Un'espulsione che, a detta di Ronaldo e delle persone a lui vicine, non sarebbe mai arrivata qualora avesse vestito ancora la maglia del Real Madrid, considerato indirettamente un club più protetto rispetto agli altri. In attesa di conoscere il verdetto della disciplinare Uefa e col timore di perdersi il grande ritorno a Old Trafford, casa del Manchester United, il prossimo 23 ottobre, il numero 7 della Juventus è pronto a scaricare tutta la sua rabbia sul Frosinone per dare continuità alla sua prima doppietta italiana contro il Sassuolo.
RONALDO ACCERCHIATO - Ronaldo sarebbe convinto di essere al centro di un complotto ordito dalla Uefa nei suoi confronti, un piano partito da lontano con la decisione di non assegnarli il premio riservato al miglior calciatore dell'ultima Champions League, finito nelle mani del croato Modric. CR7 era convinto di aver fatto tutto il possibile per meritarsi il riconoscimento e la sua scelta di non presentarsi a Montecarlo per partecipare all'evento avrebbe indispettito a tal punto i vertici del massimo organismo calcistico in Europa tanto da mettere in atto una "vendetta". Questo è almeno quello che passa nella testa del Pallone d'Oro, esploso in un pianto plateale al momento della cacciata dal campo per la presunta tirata di capelli a Murillo del Valencia.
Un'espulsione che, a detta di Ronaldo e delle persone a lui vicine, non sarebbe mai arrivata qualora avesse vestito ancora la maglia del Real Madrid, considerato indirettamente un club più protetto rispetto agli altri. In attesa di conoscere il verdetto della disciplinare Uefa e col timore di perdersi il grande ritorno a Old Trafford, casa del Manchester United, il prossimo 23 ottobre, il numero 7 della Juventus è pronto a scaricare tutta la sua rabbia sul Frosinone per dare continuità alla sua prima doppietta italiana contro il Sassuolo.