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    Dalla parte di Pessotto, Juan, Diakité e Mondonico contro le barbarie del calcio

    Dalla parte di Pessotto, Juan, Diakité e Mondonico contro le barbarie del calcio

    Non ce ne risparmiano una, i barbari del calcio. Domenica a Roma, gli ululati e gli insulti razzisti contro Juan e Diakité perchè, si sa, l'inciviltà è anche una questione di par condicio: non sia mai che qualcuno dell'opposta fazione rimanga indietro, quando si tratta di toccare il fondo. Il guaio è che, a quel punto, c'è sempre un altro disposto a scavare.

    Così, ieri sera, nella civilissima Bologna teatro soltanto 72 ore prima dei commoventi funerali di popolo di Lucio Dalla, allo stadio Dall'Ara è stato inalberato un orrendo striscione contro Pessotto il cui testo è un inno al deserto di sentimenti e di umanità in cui vive chi l'ha partorito.

    In mezzo, a proposito di umanità calpestata, come non ricordare il trattamento riservato a Mondonico da chi, a Novara, ha deciso di farlo fuori soltanto 35 giorni dopo averlo ingaggiato. Dopo avere ingaggiato un uomo coraggioso che ha sconfitto il cancro e un tecnco così bravo da fare le nozze con i fichi secchi e battere l'Inter a San Siro. Ma il rispetto umano dov'è? E la sensibilità? Ma che razza di modo di fare è questo?

    In attesa che chi di dovere si svegli -  cioè la Federazione, la Lega, gli arbitri e il giudice sportivo, tutti dotati degli strumenti per battersi contro il razzismo e gli striscioni disumani -  vogliamo a dire a Pessotto, Juan, Diakité e Mondonico: oggi più che mai siamo con voi, con chi ama il calcio e alle invasioni barbariche intende opporsi in ogni modo, sempre e comunque.

     

    Xavier Jacobelli

    Direttore Editoriale www.calciomercato.com

     

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