Perché Laurienté vale Kvaratskhelia
MEGLIO DI BOGA? - Non ho dubbi al riguardo. Pur avendo apprezzato le giocate di Boga in neroverde (tra alti e bassi) durante il periodo dezerbiano, l’impressione generata dal confronto è che Armand sia più completo. Ci sono due qualità che, abbinate e comunicanti fra loro, rendono il francese non solo in potenza ma già nei fatti un giocatore più concreto, più duttile e imprevedibile. Mi riferisco a questa spettacolare capacità di calcio unita a una propensione associativa di gran lunga superiore, che non si riduce a un raggio limitato, né si esaurisce nel proprio interesse situazionale, ma sconfina in una ben più ampia visione di gioco, che di fatto rende il giocatore molto più efficace. Prendete ad esempio questo momento chiave nel finale pazzo di Sassuolo-Cremonese, due giornate fa.
È la fase conclusiva di una ripartenza, e Laurienté ha la palla decisiva tra i piedi. Sta puntando l’uomo, ma sono pronti dei raddoppi sia a destra che a sinistra, qualora l’esterno si avventurasse in un dribbling. Cosa farebbe Boga e cosa ha fatto Laurienté? Se conoscete un attimo Boga, difficilmente gli vedreste fare una trivela del genere, come quella che esegue qui sotto all’improvviso Laurienté per Bajrami.
La differenza tra un dribblomane e un giocatore concreto, bravo anche a dribblare, è che il secondo sa scartare il dribbling al momento opportuno. Sa elevarsi. Sa astrarsi dalla propria specializzazione per selezionare la giocata più imprevedibile ed efficace. Vi ricorda vagamente qualcuno questa dote?
Sì, Kvara, che è il modello attualmente in Italia (e non solo) per quanto riguarda questa capacità di fare la differenza in molti modi, da esterno, con la giocata individuale e l’altruismo, la varietà del tocco e la visione di gioco. Anche da fermi, entrambi sanno inventare traiettorie improvvise con meccaniche di calcio stravaganti, che destabilizzano le difese avversarie, cogliendole impreparate. La tecnica al servizio della visione.
UNA QUASI FANTASIA - E per caso si declina anche rasoterra questa abilità nello scovare traiettorie rare e ricercate? Non c’è soluzione di continuità, la tecnica di Laurienté è coerente dal macro al micro-contesto. Non si lascia offuscare la vista dalla vicinanza della porta che, come è risaputo, chiama a sé gli istinti più primordiali. Laurienté resta tendenzialmente lucido, aperto a scelte altruiste. Guardate come prende in controtempo Ebosse dell’Udinese per servire questo assist d’esterno a Frattesi, nella sesta di campionato, quando Dionisi lo schierava ancora a destra nel tridente.
Vi tiro fuori queste chicche perché non rimaniate fermi al pur bel filtrante di domenica sera contro la Roma. Tanta roba anche lì, ma ormai non c’è da stupirsi di questi colpi.
E aggiungo: secondo voi è banale questo gol qui sotto contro il Verona? Togliamo il fatto che aveva attaccato benissimo la profondità su una palla messa da Obiang, togliamo anche il dribbling con cui aveva umiliato per la seconda volta Hien, e concentriamoci su questo tocco. È ricercato ed efficace, ed aggira portiere e Gunter sfidando le leggi della fisica.
SENZA PALLA - Prima di concludere con un’ultima osservazione sul dribbling e sul calcio di Laurienté, stavolta nella declinazione ‘tiro in porta’, vorrei appunto spendere due parole anche sui movimenti senza palla del francese. Ne sa qualcosa non solo Hien del Verona, ma anche Karsdorp della Roma o Calabria del Milan, giusto per fare i nomi di alcune delle sue vittime.
Molto più di Boga, e ciò si lega ancora con una differenza di visione di gioco, Laurienté sa leggere corpi e spazi, pieni e vuoti. Sicché la sua velocità diventa pericolosa in entrambi i casi, cioè con o senza palla. Qui sopra lo abbiamo visto in una situazione ibrida, ma Laurienté per queste stesse letture sa essere devastante anche a campo aperto, in ripartenza. Riprendete per vostro conto il secondo tempo di Sassuolo-Cremonese e ne vedrete una spettacolare, al termine della quale, ancora lucidissimo, serve Defrel a rimorchio dopo una saggia sterzata in area. Ma il movimento iniziale che fa sul lancio di Rogerio non è da Boga, è da Laurienté, l’amico di Mbappé.
DRIBBLING E TIRO - Infine veniamo alle skills più note: il dribbling e il tiro. Quanto al dribbling, benché ne provi tanti e gliene riescano altrettanti, al punto da essere sul podio di questa speciale classifica con Leao e Kvara, forse il suo repertorio è meno vario di quello di un dribblomane iperspecializzato. Il segreto del suo dribbling sta nella sterzata improvvisa (il più delle volte d’esterno destro) che allontana la palla dal difensore quel tanto da aprirgli lo spazio per il calcio (passaggio, lancio, tiro). Allo stesso modo può saltare l’avversario e andare oltre, ma non gli ho mai visto fare un doppio passo, per dire. È essenziale, in questo, al limite del prevedibile. Eppure è dura capire quando sposterà la palla.
Il suo tiro in porta invece è un’arma straordinaria. Non è il tiraggiro alla Insigne o Kvara, per capirci, è il topspin che gli vediamo fare anche nelle punizioni insidiosissime, quelle che chiamiamo volgarmente ‘maledette’. D’altra parte i suoi idoli sono Ronaldo il Fenomeno e Juninho Pernambucano. Immaginate un esterno offensivo che riesca a mettere insieme anche in piccola parte qualcosa di queste due inarrivabili eccellenze. Ecco, forse state iniziando a vedere Laurienté.