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Dalla D alla A: Altare, chi è il difensore che tiene il Cagliari ancora aggrappato alla salvezza
GLI ESORDI - Dopo la trafila nelle giovanili del Milan, Altare si è fatto le ossa nei campi della Serie D con la Virtus Ciserano Bergamo. A fine stagione torna a Milano per poi essere ceduto al Genoa nel 2017; dopo un anno nella squadra Primavera, va in prestito in serie C nella Feralpisalò, esordendo così tra i professionisti. Qui la sfortuna si accanisce con il ragazzo, quando durante un allenamento si rompe il legamento crociato del ginocchio destro: riesce però a tornare in campo nell’ultima partita della stagione contro il Pordenone per poi collezionare altre 4 presenze nei due turni play-off.
L’ESPLOSIONE IN SARDEGNA - Ma è in Sardegna, più precisamente con il suo arrivo all’Olbia nel gennaio 2020, che dimostra tutto il suo valore: subito titolare nella retroguardia dei galluresi, in un anno e mezzo colleziona 45 presenze segnando 3 gol. Le ottime prestazioni attirano presto le attenzioni del Cagliari, che lo acquista a titolo definitivo. Dopo l’esordio in Coppa Italia contro il Pisa, debutta in campionato nel pareggio casalingo con il Venezia: inizialmente chiuso dagli uruguaiani Godin e Caceres, gioca la prima partita nell’undici iniziale a gennaio, nella trasferta di Genova contro la Sampdoria: da allora diventa insostituibile e salta solo due partite, con Empoli e Atalanta causa covid. Il suo primo gol in serie A, in pieno recupero nel pareggio contro la Salernitana l’8 maggio scorso, tiene appese ad un filo le speranze salvezza dei rossoblù: la sconfitta con l’Inter ha portato il distacco dai granata di Davide Nicola a 2 punti, e l’ultima partita della stagione a Venezia, potrebbe decretare la caduta degli isolani nel baratro della serie B oppure dare un’insperata permanenza nella massima serie. E se così fosse, risulterebbe ancor più decisivo quell’imperioso colpo di testa all’Arechi del gigante bergamasco.