Dalla cravatta di Galliani al basilico di Mutu: le 10 superstizioni nel calcio
Come sempre, precisiamo che Le Classifiche di CM non sono un 'prendere o lasciare', quanto piuttosto un 'discutiamone'. Per ogni categoria, noi diciamo la nostra, proponendo la top ten di Calciomercato.com. Ma il dibattito è aperto, e ognuno può esprimere le sue preferenze nella sezione commenti.
MADE IN ITALY - Le più belle e le più curiose sono in salsa tricolore, in quell'Italia paesi di santi, poeti e...superstiziosi. In un immaginario museo della superstizione si troverebbero i calzini rossi del presidente dell'Ascoli Costantino Rozzi, il cappotto di Renzo Ulivieri, indossato anche quando c'erano 35 gradi, il sale che il presidente del Pisa Romeo Anconetani buttava sul campo prima di sfidare le big, la cerata gialla di Aldo Spinelli e la medaglietta che raffigurava la Madonna nei parastinchi di Marco Tardelli. E poi ancora la cravatta gialla di Adriano Galliani e la 11 di Gigi Riva: Rombo di Tuono utilizzò una volta sola il 9, il 27 marzo del '67, alla terza apparizione con la maglia dell'Italia. Scontro con il portiere del Portogallo e rottura di tibia e perone. Da quel momento indossò solo la 11. Infine la boccettina d'acqua santa del Trap,(auguri! Oggi compie 78 anni) sfoggiata contro la Corea nel 2002. Ah, scusate, quasi dimenticavo il mitico Oronzo Canà: il suo sale addosso al fido Crisantemi è poesia...
ANCHE ALL'ESTERO... - Anche fuori dai confini italiani ci sono gesti e riti scaramantici impressi nel mito: dal bacio di Blanc a Barthez prima del fischio d'inizio delle partite della Francia alle foglie di basilico dei calzini di Adrian Mutu, dal rosario musulmano dell'ex allenatore del Rubin Kazan Kurban Berdyev alla doppia fascia da capitano di Anatoliy Tymoshchuk, una delle quali era appartenuta a Lothar Matthäus. Poi c'è chi si affida alle stelle, all'oroscopo, come Raymond Domenech. Nell'estate del 2006 non vedeva di buon'occhio quelli nati sotto il segno dello Scorpione, come Trezeguet. Effettivamente...
IL 17 - Chiusura con Massimo Cellino. Perché odia il 17: licenziò il portiere del Leeds, Paddy Kenny, perché nato il 17 maggio; a Cagliari cancellò il numero 17 dagli spalti, sostituendolo con il 16-bis. Ah, e in occasione di Cagliari-Novara, in programma sabato 17 settembre 2011, invitò tutto il pubblico sardo a vestirsi di viola, per sconfiggere la negatività con la negatività. Perché è vero, la fortuna è cieca, ma come diceva Freak Antoni, "la sfiga ci vede benissimo. E prende la mira anche col buio".
I 10 RITI SCARAMANTICI NEL CALCIO
1. Il sale di Anconetani
2. I calzini rossi di Rozzi
3. Acqua Santa di Trapattoni
4. Adrian Mutu e il basilico
5. La cravatta gialla di Galliani
6. Il bacio di Blanc a Barthez
7. La cerata di Spinelli
8. Il cappotto di Ulivieri
9. La 11 di Riva
10. La medaglietta che raffigurava la Madonna nei parastinchi di Tardelli.
Fuori classifica: Oronzo Canà e il suo 'amore' per Cristantemi..
@AngeTaglieri88