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L'inglese Nmecha, il crack Wirtz e il re delle finali Kuntz: la Germania vince sempre per il 'progetto'. L'Italia invece..
I CICLI D'ORO E IL PROGETTO DI SQUADRA - Da Neuer, Boateng, Khedira e Ozil a Gnabry e Dahoud fino ad arrivare a Nmecha, Berisha e Baku: nomi variegati, non tutti infatti sono diventate delle conclamate stelle, ma un progetto di squadra portato avanti nel corso degli anni, che si ramifica in tutte le nazionali giovanili tedesche fino ad arrivare all'Under e poi alla nazionale maggiore. Stessa impostazione di gioco, stesso modulo, stesso progetto: la squadra è centrale, non i singoli. Il fine è quello di arricchire la Germania con calciatori pronti a indossare la pesante maglia della nazionale, calciatori forgiati nel corso del tempo e con un obiettivo centrale. Non contano le vittorie isolate, anche se poi arrivano, ma la realizzazione del ciclo.
LA DIFFERENZA CON L'ITALIA E L'ESEMPIO DI NMECHA - Situazione che difficilmente abbiamo visto per quanto riguarda l'Italia: spesso il risultato diventa fondamentale e non sempre si crea continuità tra gli Under e i Senior, anzi. Ieri il Portogallo dei milanisti Leao e Dalot e del monzese Dany Mota ha ceduto, nonostante il maggiore tasso tecnico, proprio per la solidità e il concetto di squadra degli uomini di Kuntz. Alcuni esempi sono visibili e tangibili, come Lukas Nmecha, l'uomo prediletto del ct: il classe 1998 dell'Anderlecht, di proprietà del Manchester City dove è cresciuto, è nato ad Amburgo da genitori nigeriani ma ha vissuto per tutta vita in Inghilterra, acquisendone la cittadinanza, e dopo aver percorso la trafila delle nazionali giovanili inglesi nel 2019 ha scelto di optare per la Germania, convinto proprio dal suo tecnico.
DAL LAZIALE BAKU AL CRACK WIRTZ: IL 'CALCIO' DI KUNTZ - Oppure Ridle Baku, terzino sinistro del Wolfsburg: chiamato Bote Nzuzi per le origini congolesi, raggiunta la maggiore età ha cambiato ufficialmente il nome in Ridle, in omaggio all’ex calciatore della Lazio Karl-Heinz Riedle, dopo che il padre lo chiamava sempre con questo soprannome. O il crack classe 2003 Florian Wirtz, coltivato sapientemente da Colonia e Bayer Leverkusen: il più giovane marcatore nella storia della Bundesliga, all'età di 17 anni e 34 giorni. Solo alcuni degli interpreti messi al servizio del calcio di Kuntz, un 4-2-3-1 molto europeo. Progettualità, non ossessione per la vittoria: i risultati si vedono.
@AleDigio89