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Dalai: quello che Mazzarri avrebbe davvero voluto dire sull'Inter
Quello che Mazzarri avrebbe voluto dire:
Diciamo che sei un allevatore di cavalli.
Diciamo che negli anni passati, nemmeno da troppo, hai sfornato campioni e vinto qualche gara importante.
Mai le più prestigiose, però ci sei andato vicino e comunque nessuno se l’aspettava da te.
Diciamo che ti hanno chiamato gestire uno dei più celebri allevamenti del mondo, roba che sognavi da una vita.
Arrivi lì e cominciano a darti del provinciale dopo tre secondi. Vesti male, sei sgraziato, non piaci.
Tu vorresti ricordargli che fai l’allevatore, mica il fotomodello.
Ma niente.
Ti mordi la lingua ma loro dicono che sei un piangina.
Hai anche un carattere di merda, in effetti, ma non è mai stato un problema.
Dopo due mesi ti accorgi che quelli non sono cavalli, magari.
Ronzini, somari zoppi, animali da macello.
All’improvviso il padrone dell’allevamento decide di vendere tutto il cucuzzaro a un tizio che non conosci, che nessuno conosce.
Così ti ritrovi solo, tu e i ronzini.
Ecco, quello che Mazzarri avrebbe dovuto dire ai giapponesi di WSD è questo:
“Mi avete frantumato le palle con la storia del piangina, con quella del gioco speculativo, con il tormentone dell’arroganza e delle risposte in malafede, ma vi siete resi conto di che squadra allenavo e di che società era l’Inter dello scorso anno?
Prestiti, fine carriera, manager spaesati, proprietà lontana, ex Presidente ingombrante: avete idea del casino?
E poi, ma la piantate con questa storia che me li sono scelti io (i ronzini)?
Ho chiesto Jovetic e Lamela e m’avete comprato Dodò e D’Ambrosio.
Ho chiesto Hernanes ed è arrivato i suo sosia narcolettico. Bene il gioco sulle fasce, ma l’ultimo passaggio chi lo fa?
Mi avete rintronato con Kovacic e io lo stavo trasformando in un giocatore vero.
Ho aiutato Icardi a crescere.
Poi che altro dovevo fare?”
Walter, una risposta c’è.
A quello che hai detto e a quello che avresti voluto dire.
Vero, è andata male.
Vero, il fattore umano e ambientale ha avuto un peso preponderante e ha esacerbato tutto il peggio, tuo e dei tifosi.
Rabbia e insicurezza, desiderio di essere gratificato e frustrazione.
A bocce ferme, dopo qualche mese, possiamo dire che è meglio così. Lontani, tu e l’Inter.
Un ottimo allenatore e una squadra che sta crescendo e che vuole ricostruire la propria immagine dopo la catastrofe post triplete.
Ci vogliono pazienza e nervi saldi, ma non bastano.
Serve anche quella gigantesca dose di confidenza nei propri mezzi che a volte è meglio non sbandierare, la granitica certezza di lavorare per il meglio e l’assoluto disinteresse dell’opinione altrui.
Si chiama sfrontatezza.
Quello che Mazzarri ha detto è che pensa di essere il migliore allenatore italiano degli ultimi dieci anni.
Quello che dico io è che è un bravissimo allenatore col difetto di essere molto emotivo, troppo serio e per nulla paraculo e queste cose si pagano nel calcio italiano. Buona fortuna Walter e non curarti degli hashtag idioti: c’è gente che vuol spedire a casa Ancelotti, il migliore allenatore italiano degli ultimi 10 anni, decisamente.
Michele Dalai @micheledalai