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Dal Milan alla MLS: tutti gli scenari sul futuro di Ibrahimovic
PISTE ITALIANE - "Da piccolo ero tifoso dell'Inter", dice Zlatan. E l'Inter lo segue. Roberto Mancini, che lo ha allenato in nerazzurro, ne ha parlato in conferenza stampa: "Quest’anno Zlatan ha fatto una stagione straordinaria, mi sembra strano che lo lascino andar via. Non so dove andrà e cosa farà, ma sicuramente cambia ancora la partita". Anche i cugini del Milan lo seguono. Sfiorato un suo ritorno la scorsa estate, ci pensano per il futuro in attesa della cessione, o meno, della proprietà. Anche se con Brocchi i rapporti, in passato, non sono stati sempre ottimi (Lazio-Inter del 2008, Brocchi: "Non mi faccio prendere in giro da nessuno", Ibra: "Lui parlava, io giocavo, e il pallone non riusciva a prenderlo"). E la Juve? Osserva. Gli obiettivi sono altri, per il momento. Difficile, comunque, vedere un ritorno in A del gigante svedese.
FASCINO PREMIER - "Mourinho è l'allenatore più completo che abbia mai avuto, in campo e fuori. È attento a ogni particolare, in campo e fuori, e la differenza si vede subito". Sempre parola di Zlatan. E Mou, salvo sorprese, sarà il prossimo tecnico del Manchester United, club pronto a fare follie per Ibra. E la Premier può diventare terra di conquista, dopo aver messo la bandierina su Serie A, Liga e Ligue1: se è in cerca di sfide, e non di soldi, l'Inghilterra è la pista più calda per l'ex Barcellona.
MLS O EMIRATI - Se invece quello che Ibra vuole è un ingaggio faraonico, ecco tutte le alternative esotiche. Dalla Cina agli Emirati, passando per la MLS. Ecco, gli States affascinano Ibrahimovic "Se giocherò in Mls? Questa sarà una sorpresa ma sì, perché no?". MLS? Nì, perché le regole in America sono ferree. C'è un salary cap da rispettare e ci sono 3 posti da Designate Player da assegnare (calciatori con stipendio o costo di trasferimento superiore rispetto a quanto stabilito dal tetto salariale). E a Los Angeles, al momento, i posti sono occupati da Robbie Keane, Steven Gerrard e Giovani dos Santos. Quindi, salvo ritiri improvvisi (Gerrard), o rescissioni per tornare in Liga (dos Santos), posto non c'è n'è. Che resta? New York, sponda New tork FC, con Pirlo, Lampard e Villa non ha spazio, i cugini dei Red Bulls, invece, un posto ce l'hanno. Grande città, squadra in crescita dopo un inizio difficile, e una stella che manca dai tempi di Henry. Infine c'è la suggestione Orlando, dove troverebbe Kakà e riabbraccerebbe Nocerino. Però, anche qui, prima uno tra Rochez e Rivas deve fargli spazio. In tanti chiamano, Ibra a chi risponde?