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Dal mercato al 'giocare a calcio': Milan-Giampaolo, tutto quello che non ha funzionato
COSA NON E' ANDATO - Il gioco di Giampaolo, quando i punti hanno iniziato a contare, non s'è mai visto, salvo per quell'ora con il Torino, in cui il Milan è stato poi rimontato. Male a Udine con i suoi uomini, da Biglia a Borini e Castillejo, benino (per il risultato) con il Brescia, male (nonostante il risultato) con un Verona in 10 per gran parte della gara, malissimo nel derby, catastrofico contro la Fiorentina, malino (nonostante la vittoria) contro il Genoa. Poco gioco, scarsi risultati. Ma non solo questo.
NUOVI POCO UTILIZZATI - Gli acquisti estivi sono stati poco considerati dall'ex Samp, o comunque gettati nella mischia solo per necessità, quando la scelta era inevitabile: Bennacer in campo solo per un Biglia acciaccato, Krunic praticamente mai visto, così come Rebic, mentre Duarte ha giocato le ultime due per il rosso a Musacchio. Discorsi diversi per Theo Hernandez e Rafael Leao: il primo, causa infortunio, ci ha messo più tempo a rientrare, passando per due panchine prima di prendersi il posto da titolare; il secondo è stato lanciato a sorpresa nel derby, si è guadagnato i gradi da titolare e poi... è stato tenuto fuori contro il Genoa, nella partita del tutto per tutto! Il suo ingresso in campo, poi, ha cambiato la partita. Ma la sua gestione, sicuramente, ha lasciato perplessa la società (come, probabilmente, il mercato ha lasciato perplesso Giampaolo, visto che spingeva per altro). Così come quella che riguarda 'i vecchi'.
I 'VECCHI'... - Lucas Paquetà non è mai stato preso in seria considerazione come titolare. "Troppo brasiliano" per Giampaolo. Ma "troppo brasiliano", per Paquetà, o qualcosa di cui andare orgoglioso, come ha fatto intendere l'ex Flamengo su Instagram. Nella sostanza: solo due gare da titolare. E Piatek? Il bomber spietato è sparito, il cecchino infallibile (non) si è trasformato in un uomo da manovra. Quello che non è. Sa far gol, fatica a partecipare all'azione: un suo limite, ovviamente, ma non è stato valorizzato per quello che sa fare. Poi, Suso e Calhanoglu, i più criticati dai tifosi del Milan. Il turco si dà da fare, ma non ha mai lo spunto decisivo: sempre titolare, un gol, tanti errori. Con la Fiorentina il peggiore in campo: due sue palle perse sono state letali. Infine, lo spagnolo, il nodo di tutto: esaltato da trequartista in estate, è stato dirottato dopo una gara di campionato nella sua zona di campo preferita, quella vicino alla linea laterale. 0 gol, 1 assist. L'anno scorso, alla settima giornata, aveva realizzato 1 gol e fatto 3 assist. In un avvio ugualmente difficile aveva rappresentato l'uomo della speranza. Ora no, è stato un'enigma da subito, sul mercato (tanti rumors e tante visite del suo agente in sede) e sul campo. "Suso? Mi fa impazzire". Così, Giampaolo, in estate. Il suo gioco, invece, non ha fatto impazzire né la dirigenza né i tifosi. Per questo motivo la sua storia con il Milan è ai titoli di coda dopo 7 giornate. Nonostante una squadra, e un mercato, non adatta, è rimasto fedele alle sue idee. Ma se n'è ritrovato vittima.
@AngeTaglieri88