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Dal favore mai ricambiato alla 'prima donna': vi racconto il mio amico Maradona. E quello che non è stato
Trasmissione ok (c’era anche Pesaola, ricordo), Diego mi disse che era in debito con me di un favore, e me lo annotai in testa. Vissi fra l’altro a Capodichino l’attesa vana di lui, il Napoli doveva volare a Mosca per la Coppa dei Campioni, Diego – si seppe facile - era a casa strafatto, arrivò il giorno dopo con un volo privato, giocò ma fu una sconfitta, sotto la neve. Un giorno “Sports IIlustrated”, il periodico Usa che è un po’ bibbia, mi chiese di organizzare un incontro col campione e di aiutare, pagato bene, un suo eminente inviato speciale che doveva intervistare appunto Maradona. Mi ricordai il credito di un favore, Diego giocava a Torino e glielo dissi nello spogliatoio, ok rispose, ci vediamo al match prossimo, a Milano. A San Siro c’era il giornalista appena arrivato dagli Usa, non c’era Diego nel senso che ci dribblò, dicendo che non aveva tempo, dovevamo andare a Napoli. Eccoci allora a Napoli, Diego ci disse di passare prima da Raffaella, segretaria sua, per i dettagli (!?). Facile capire che voleva soldi, il giornalista disse no e scrisse lo stesso l’articolo bellissimo, raccontando tutto in maniera divertente. Venne intitolato ”Maradona prima donna”, nell’italiano del mondo operistico. Amen. Rimasi in credito.
Non so se Maradona sia stato meglio di Pelè, del quale sono scarsucci i riscontri filmati e televisivi. So che è stato un giocatore enorme, l’ho visto anche in Messico per il suo Mondiale dei due gol contro gli inglesi, uno fasullo di mano l’alro dopo una corsa-dribbling meravigliosa, infinita. Ho seguito il suo occaso, pesante e triste, con problemi di donne, moglie e figlie e figli e amanti, droghe, infarti, sfascio fisico, istrionismi assortiti, panchina travagliata dell’Argentina, panchine ultime povere e quasi squallide, allarmi su allarmi per una seria decadenza psicofisica, sino a quello drammatico per l’operazione (riuscita davvero, come dissero?) al cervello, e poco dopo l’annuncio della morte per problemi respiratori (Covid?). E adesso proprio non me la sento di associarmi all’agiografia quasi incondizionata, penso a quale esempio positivo per i giovani poteva, doveva essere lui, che ha frequentato sì Fidel Castro ma anche i camorristi napoletani, e sono triste per questa fine, piena di dolori oltre che di colori, di un immenso giocatore ed un piccolo amico.