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    Da Berbatov dirottato a Milinkovic-Savic in lacrime fino a Gudmundsson. Quando la Fiorentina ci va solo vicino

    Da Berbatov dirottato a Milinkovic-Savic in lacrime fino a Gudmundsson. Quando la Fiorentina ci va solo vicino

    • Filippo Caroli
    Si sa, il mondo del calcio (forse anche per colpa di noi giornalisti) è il trionfo della banalità quando si parla di comunicazione. Partita dopo partita, la maglia pesante, dobbiamo dare il 101%, pensiamo a noi stessi, finché non c’è la firma non è detta l’ultima parola…Queste sono soltanto alcune delle frasi più ricorrenti che ascoltiamo quotidianamente e che sono l’incubo di ogni cronista e la perfetta exit strategy per giocatori, dirigenti e allenatori davanti ad un microfono. L’ultima in particolare, però, risulta essere clamorosamente vera (e soprattutto attuale) per una squadra specifica: la Fiorentina.

    VICINO MA… - Già, perché la squadra viola sembra soffrire di una vera e propria maledizione per quanto riguarda i colpi di mercato ‘ad un passo’. L’ultimo in ordine di tempo è stato quello relativo ad Albert Gudmundsson del Genoa. Un tira e molla partito negli ultimi giorni di mercato e culminato con la giornata di ieri in cui tanti addetti ai lavori raccontavano di grande ottimismo per la fumata bianca che, di fatto, non è mai arrivata lasciando il club viola con un pugno di mosche.

    IL DIROTTAMENTO - Come detto, però, la storia recente della Fiorentina è costellata da casi ancor più clamorosi di quello dell’islandese. Uno di questi è certamente quello relativo a Dimitar Berbatov, che nell’estate del 2012 e già annunciato dalla Fiorentina si trovava su un volo diretto a Firenze e pagato dallo stesso club viola. Un aereo che non arrivò mai dato che il ragazzo disse di sì prima alla Juve e poi firmò con il Fulham facendo imbestialire la dirigenza della Fiorentina.

    NON POSSO FIRMARE - Giusto tre anni più tardi un giovanissimo Sergej Milinkovic-Savic si presentava a Firenze, nella sede della Fiorentina, pronto per legare il suo nome a quello dei viola. Qualcuno racconta che avesse già la penna in mano quando scoppiò a piangere e decise che la maglia viola non l’avrebbe mai messa. Una manciata di giorni dopo firmò con la Lazio.

    TRIS DI NO - Uno che invece il contratto lo aveva firmato nel gennaio del 2019 era Hamed Junior Traoré, contratto che però non venne mai depositato e, complice anche il cambio di proprietà della Fiorentina pochi mesi dopo, rimase ad Empoli e si trasferì a Sassuolo. E a proposito di Sassuolo non possiamo non citare Berardi, che puntualmente viene avvicinato alla Fiorentina in maniera più o meno netta (nell’estate del 2021 sembrava tuto apparecchiato per il suo trasferimento), salvo rimanere altrettanto puntualmente in Emilia. Menzione d’onore anche per De Paul, che aveva trovato un accordo con la Fiorentina nel 2019 e uscì pubblicamente allo scoperto con una storia Instagram con un cuore viola.  Accordo che però non c’era fra Fiorentina e Udinese. E non arrivò mai.

    SICURI MAI - Quello di Gudmundsson è dunque solamente l’ultimo capitolo di un’ampia letteratura relativa ai colpi sfumati in riva all’Arno. Perché qui a Firenze è proprio vero che finché non c’è la firma non si può esser certi di nulla. Anzi, a volte anche con la firma.

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