Dal caso Bonucci alla politica degli ingaggi: Milan, così rischi tanto
Se non si tratta di un allarme, quanto meno è un bell'avviso ai naviganti. In casa Milan non è una situazione tutta rose e fiori nonostante un mercato faraonico da 200 milioni di euro e un entusiasmo ritrovato dai tifosi e da tutto l'ambiente rossonero. La vicenda relativa alla disputa per l'assegnazione della maglia numero 19 tra Kessie e Bonucci rappresenta la punta dell'iceberg di una gestione del gruppo molto pericolosa da parte del nuovo management, che ha deciso di stravolgere quasi in toto la rosa della stagione passata e riservando ai nuovi arrivati un trattamento che, agli occhi di qualcuno, potrebbe suonare come "privilegiato".
EQUILIBRI FRAGILI - Per certificare la credibilità del proprio progetto, l'ingaggio minimo offerto agli acquisti arrivati dal mercato si aggira sui 2 milioni di euro, un miglioramento evidente per esempio per gli ex atalantini Conti e Kessie, con punte di 6 milioni pur di convincere Donnarumma a sposare la causa per gli anni a venire e di 6,5 più ricchi bonus per Bonucci, eletto immediatamente a riferimento principale della squadra e insignito della fascia di capitano. Decisioni più che mai legittime ma che rischiano di intaccare i delicatissimi equilibri di uno spogliatoio ancora in via di consolidamento, nel quale i "vecchi" Abate, Montolivo, Antonelli, indipendentemente dalla continuità di impiego che avranno nei mesi a venire, rappresentano le colonni portanti del gruppo.
SITUAZIONE ESPLOSIVA - Le differenze abnormi che possono venire a crearsi a livello di ingaggi hanno già generato alcuni pruriti nel chiuso del centro sportivo di Milanello, col caso dello spagnolo Suso che appare come quello più emblematico. Tra i grandi protagonisti della scorsa stagione, il rinnovo di contratto con tanto di adeguamento salariale tarda ad arrivare e le voci di mercato nei suoi confronti si rincorrono. Nessuno mette in dubbio che un club abbia tutto il diritto di eleggere i suoi simboli, anche dal punto di vista del trattamento economico e dello sfruttamento della sua immagine, ma devono essere messe altrettanto in preventivo le eventuali conseguenze negative. Un quadro nel quale si incastra la vicenda Bonucci-Kessie e un ingresso tutt'altro che in punta di piedi dell'ex difensore della Juventus. Tocca al Milan ora, dopo aver stupito tutti con un mercato scoppiettante, sedare sul nascere una situazione potenzialmente esplosiva. Non è un allarme, ma un avviso ai naviganti da non sottovalutare.
EQUILIBRI FRAGILI - Per certificare la credibilità del proprio progetto, l'ingaggio minimo offerto agli acquisti arrivati dal mercato si aggira sui 2 milioni di euro, un miglioramento evidente per esempio per gli ex atalantini Conti e Kessie, con punte di 6 milioni pur di convincere Donnarumma a sposare la causa per gli anni a venire e di 6,5 più ricchi bonus per Bonucci, eletto immediatamente a riferimento principale della squadra e insignito della fascia di capitano. Decisioni più che mai legittime ma che rischiano di intaccare i delicatissimi equilibri di uno spogliatoio ancora in via di consolidamento, nel quale i "vecchi" Abate, Montolivo, Antonelli, indipendentemente dalla continuità di impiego che avranno nei mesi a venire, rappresentano le colonni portanti del gruppo.
SITUAZIONE ESPLOSIVA - Le differenze abnormi che possono venire a crearsi a livello di ingaggi hanno già generato alcuni pruriti nel chiuso del centro sportivo di Milanello, col caso dello spagnolo Suso che appare come quello più emblematico. Tra i grandi protagonisti della scorsa stagione, il rinnovo di contratto con tanto di adeguamento salariale tarda ad arrivare e le voci di mercato nei suoi confronti si rincorrono. Nessuno mette in dubbio che un club abbia tutto il diritto di eleggere i suoi simboli, anche dal punto di vista del trattamento economico e dello sfruttamento della sua immagine, ma devono essere messe altrettanto in preventivo le eventuali conseguenze negative. Un quadro nel quale si incastra la vicenda Bonucci-Kessie e un ingresso tutt'altro che in punta di piedi dell'ex difensore della Juventus. Tocca al Milan ora, dopo aver stupito tutti con un mercato scoppiettante, sedare sul nascere una situazione potenzialmente esplosiva. Non è un allarme, ma un avviso ai naviganti da non sottovalutare.