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Dagospia: il Napoli smobilita, via 8 titolari. E anche Giuntoli è stufo
Indiscrezioni choc quelle rilanciate dal portale Dagospia, a firma Carlo Tarallo. Il Napoli sarebbe pronto a un'autentica smobilitazione al termine dell'attuale stagione e il naufragio del sogno scudetto dopo la clamorosa sconfitta contro la Fiorentina non fa altro che alimentare i rimpianti per la gestione da molti giudicata troppo oculata del presidente De Laurentiis e per gli scarsi investimenti sul mercato. Ben 8 calciatori di primo piano, oltre al ds Giuntoli e all'allenatore Maurizio Sarri sono pronti a salutare il club azzurro, non senza un pizzico di risentimento soprattutto da parte degli ultimi due. Ecco l'articolo integrale da dagospia.com:
Il Napoli dice addio ai sogni di scudetto e si prepara a una rivoluzione. A fine stagione la rosa sarà stravolta. Secondo fonti attendibilissime, ai tifosi azzurri restano solo tre partite, due in casa e una in trasferta, per dire addio a otto titolarissimi: Reina, Albiol, Koulibaly, Hysaj, Jorginho, Zielinski, Callejon, Mertens. I firmatari del “patto per lo scudetto”, annusata la fine del ciclo-Sarri, avrebbero la valigia pronta. Chiuderà la sua avventura in azzurro anche Christian Maggio. Persino Lorenzo Insigne, avrebbe chiesto, martedì scorso, un appuntamento alla società per avere un chiarimento sul suo futuro e su quello della squadra.
E il presidente? De Laurentiis è sparito dalla circolazione nelle settimane più infuocate della lotta scudetto, così come il figlio Edoardo, vicepresidente della società. Qualcosa di più importante ha catturato la loro attenzione? Chissà. Ma il cinepanettone che i tifosi azzurri stanno per visionare è lo stesso da anni. E’ quello già trangugiato con Mazzarri prima e Benitez poi. L’allenatore di turno, in questo caso Sarri, inizia a mandare ‘pizzini’ all’ambiente, rilascia interviste sibilline, rifila commenti amari, riferimenti a fatturati e “progetti” solo per potersi gradualmente sganciare da una società - il Napoli - con evidenti limiti economici. Il “tetto di cristallo” che tarpa i sogni di vittoria sotto o’ Vesuvio si chiama bilancio. De Laurentiis non puo’ - e in parte non vuole - sostenere investimenti tali da spingere la squadra nell’Olimpo dei top club.
Chi allena gli azzurri se ne accorge all’ultimo miglio: quando servirebbe uno “sforzo” dalla società, si resta a bocca asciutta. E allora - come direbbe chef Cannavacciuolo - “addios!”. Oltre al tecnico di Figline Valdarno, mostra segni di cedimento anche Cristiano Giuntoli. Il direttore sportivo, che ha un contratto per un altro anno, sarebbe stufo della ingombrante presenza dell’amministratore delegato della società, Andrea Chiavelli, unico componente del Cda del Napoli che non fa parte della famiglia De Laurentiis, uomo dei contratti e vero alter ego del presidente. Giuntoli, che il Milan vorrebbe sin da subito per sostituire un traballante Mirabelli, è legato a filo doppio a Maurizio Sarri. In questi tre anni ha taciuto (obbligato per contratto) e lavorato, ma troppe volte il suo impegno, sarebbe stato vanificato dai “no” di Chiavelli e del presidente. Ultimo esempio, clamoroso: Simone Verdi. Il talentuoso esterno del Bologna, che il Napoli ha trattato a gennaio, nel corso del mercato di riparazione, avrebbe aiutato gli azzurri in maniera forse decisiva, consentendo a Sarri di avere una alternativa di qualità a Josè Callejon, arrivato a fine stagione senza più benzina. Verdi, ora nel mirino dell’Inter, non sarebbe approdato a Napoli a gennaio perché De Laurentiis e Chiavelli avrebbero rifiutato di pagare la parcella del procuratore, circa 400mila euro.
Secondo gli addetti ai lavori, in vista dello smantellamento della squadra, Giuntoli avrebbe preparato già tre piani per la prossima stagione, sottoposti a De Laurentiis (le cessioni, è stato calcolato, frutterebbero circa 200 milioni di euro, Insigne a parte). Il piano A prevede di rafforzare la squadra, acquistando calciatori di qualità e affidabilità uguale o superiore a chi andrà via, per competere per lo scudetto. Il piano B prevede un indebolimento dell’11 titolare, ma la composizione di una rosa che sia comunque in gradi di lottare per restante tra le prime quattro per garantirsi la qualificazione in Champions League. Il piano C, invece, prevede un ridimensionamento delle ambizioni: acquisto di giovani da svezzare con l’obiettivo di qualificarsi in Europa League.
Maurizio Sarri - che ha un contratto fino al 2020 ma potrebbe liberarsi dietro pagamento di una clausola da 8 milioni di euro valida fino al 31 maggio - avrebbe chiesto a De Laurentiis di essere chiaro con i tifosi, e di fissare pubblicamente l’obiettivo della prossima stagione in relazione alle scelte della società. Se ci sarà da lottare per il sesto posto, il tecnico vuole che il presidente lo dica esplicitamente, assumendosene ogni responsabilità. A meno che non si materializzi l’ennesimo colpo di scena: le dimissioni di Sarri a fine stagione.
Il Napoli dice addio ai sogni di scudetto e si prepara a una rivoluzione. A fine stagione la rosa sarà stravolta. Secondo fonti attendibilissime, ai tifosi azzurri restano solo tre partite, due in casa e una in trasferta, per dire addio a otto titolarissimi: Reina, Albiol, Koulibaly, Hysaj, Jorginho, Zielinski, Callejon, Mertens. I firmatari del “patto per lo scudetto”, annusata la fine del ciclo-Sarri, avrebbero la valigia pronta. Chiuderà la sua avventura in azzurro anche Christian Maggio. Persino Lorenzo Insigne, avrebbe chiesto, martedì scorso, un appuntamento alla società per avere un chiarimento sul suo futuro e su quello della squadra.
E il presidente? De Laurentiis è sparito dalla circolazione nelle settimane più infuocate della lotta scudetto, così come il figlio Edoardo, vicepresidente della società. Qualcosa di più importante ha catturato la loro attenzione? Chissà. Ma il cinepanettone che i tifosi azzurri stanno per visionare è lo stesso da anni. E’ quello già trangugiato con Mazzarri prima e Benitez poi. L’allenatore di turno, in questo caso Sarri, inizia a mandare ‘pizzini’ all’ambiente, rilascia interviste sibilline, rifila commenti amari, riferimenti a fatturati e “progetti” solo per potersi gradualmente sganciare da una società - il Napoli - con evidenti limiti economici. Il “tetto di cristallo” che tarpa i sogni di vittoria sotto o’ Vesuvio si chiama bilancio. De Laurentiis non puo’ - e in parte non vuole - sostenere investimenti tali da spingere la squadra nell’Olimpo dei top club.
Chi allena gli azzurri se ne accorge all’ultimo miglio: quando servirebbe uno “sforzo” dalla società, si resta a bocca asciutta. E allora - come direbbe chef Cannavacciuolo - “addios!”. Oltre al tecnico di Figline Valdarno, mostra segni di cedimento anche Cristiano Giuntoli. Il direttore sportivo, che ha un contratto per un altro anno, sarebbe stufo della ingombrante presenza dell’amministratore delegato della società, Andrea Chiavelli, unico componente del Cda del Napoli che non fa parte della famiglia De Laurentiis, uomo dei contratti e vero alter ego del presidente. Giuntoli, che il Milan vorrebbe sin da subito per sostituire un traballante Mirabelli, è legato a filo doppio a Maurizio Sarri. In questi tre anni ha taciuto (obbligato per contratto) e lavorato, ma troppe volte il suo impegno, sarebbe stato vanificato dai “no” di Chiavelli e del presidente. Ultimo esempio, clamoroso: Simone Verdi. Il talentuoso esterno del Bologna, che il Napoli ha trattato a gennaio, nel corso del mercato di riparazione, avrebbe aiutato gli azzurri in maniera forse decisiva, consentendo a Sarri di avere una alternativa di qualità a Josè Callejon, arrivato a fine stagione senza più benzina. Verdi, ora nel mirino dell’Inter, non sarebbe approdato a Napoli a gennaio perché De Laurentiis e Chiavelli avrebbero rifiutato di pagare la parcella del procuratore, circa 400mila euro.
Secondo gli addetti ai lavori, in vista dello smantellamento della squadra, Giuntoli avrebbe preparato già tre piani per la prossima stagione, sottoposti a De Laurentiis (le cessioni, è stato calcolato, frutterebbero circa 200 milioni di euro, Insigne a parte). Il piano A prevede di rafforzare la squadra, acquistando calciatori di qualità e affidabilità uguale o superiore a chi andrà via, per competere per lo scudetto. Il piano B prevede un indebolimento dell’11 titolare, ma la composizione di una rosa che sia comunque in gradi di lottare per restante tra le prime quattro per garantirsi la qualificazione in Champions League. Il piano C, invece, prevede un ridimensionamento delle ambizioni: acquisto di giovani da svezzare con l’obiettivo di qualificarsi in Europa League.
Maurizio Sarri - che ha un contratto fino al 2020 ma potrebbe liberarsi dietro pagamento di una clausola da 8 milioni di euro valida fino al 31 maggio - avrebbe chiesto a De Laurentiis di essere chiaro con i tifosi, e di fissare pubblicamente l’obiettivo della prossima stagione in relazione alle scelte della società. Se ci sarà da lottare per il sesto posto, il tecnico vuole che il presidente lo dica esplicitamente, assumendosene ogni responsabilità. A meno che non si materializzi l’ennesimo colpo di scena: le dimissioni di Sarri a fine stagione.