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Da Zidane ad Alvarez, passando per Ibra ed Eto'o: Juve e Inter, ruoli invertiti
Uno strano destino, in questi giorni, sembra accomunare le storiche rivali Juventus e Inter. Mentre battibeccano sullo scudetto 2006, le due società, sul mercato, sembrano recitare a ruoli invertiti rispetto a (non molto) tempo fa.
C'era una volta un mercato in cui la Juventus ingaggiava Zinedine Zidane per dieci miliardi di lire (era il 1996, se ci fosse stato l'euro sarebbero stati 5 milioni di euro) e lo rivendeva, cinque anni dopo, per 150 miliardi di lire (77 milioni di euro), potendosi permettere, grazie a quella cifra, di acquistare Gianluigi Buffon, Lilian Thuram e Pavel Nedved. Negli stessi anni in cui la società bianconera salvava il bilancio e acquistava comunque grandissimi calciatori, magari scovandoli quando non erano ancora famosi e costosi (e Zidane è l'esempio perfetto), l'Inter ogni estate si godeva il platonico titolo di regina del mercato acquistando, di anno in anno, il campione più famoso e, spesso, più costoso presente sulla piazza, da Ronaldo a Christian Vieri.
Oggi i ruoli, nella grande commedia del calcio mercato, sono decisamente cambiati. Già due anni fa l'Inter mise a segno un colpo 'alla Zidane'. Dopo aver pagato Zlatan Ibrahmovic alla Juventus 24,8 milioni di euro nel 2006, lo rivendette nel 2009 al Barcellona per Samuel Eto'o più 50 milioni (che contribuirono notevolmente ad acquistare Sneijder, Lucio, Milito e Thiago Motta).
Il mercato del 2011 sembra andare nella stessa direzione: mentre l'Inter lavora alla cessione di un big (Sneijder? Eto'o? Maicon?) e ingaggia, pagandolo relativamente poco, un talento in prospettiva come Ricky Alvarez, la Juventus, sulle orme dell'Inter morattiana della prima ora, segue senza tregua il famoso top player, che andrà a incidere non poco sulle casse bianconere.
E il fatto che Alvarez, appena sbarcato a Milano, abbia dichiarato di ispirarsi a Zidane, non è che una bella metafora di questa situazione paradossale.