Da Vlahovic a De Ketelaere, cosa si nasconde dietro l'ansia da fallimento
GESTIRE LA PRESSIONE - Il primo passo per non farsi schiacciare dagli obiettivi è quello di tenere in considerazione la possibilità di sbagliare: questo consentirà di modificare il proprio mindset in “voglio vincere” e non in “devo vincere”. Lo step successivo è quello di concentrarsi sulla prestazione atletica desiderata, più che sul risultato. Il terzo consiglio è quello di re-incorniciare e modificare i pensieri. In altre parole, quando si avverte che il proprio corpo sta lanciando dei segnali di tensione, può essere importante sfruttarli come uno stimolo ad agire, sostituendo così ansie e angosce con pensieri positivi. Altri tre suggerimenti dello psicoterapeuta sono: identificare il proprio eventuale dialogo interno critico – ti parli in maniera punitiva? Pretendi troppo da te? Ti colpevolizzi? Prova a immaginare di parlarne con una persona a te cara e che ti vuole bene, cosa ti direbbe? Integra le eventuali parole di compassione che riceveresti, e falle tue; imparare a respirare correttamente per controllare le emozioni; focalizzare l’attenzione sul presente e non su eventi futuri che non possono essere controllati.
SUGGERIMENTI AGLI ALLENATORI - Lo psicoterapeuta dà, infine, qualche suggerimento anche agli allenatori. Leggere i segnali dei propri calciatori è fondamentale, così come instaurare una comunicazione bidirezionale. Dalla panchina al campo passano pochi metri: si può sia supportare che ascoltare ogni giocatore. La premessa dello studio è che la salute mentale nel calcio è un tema che si collega alle prestazioni in campo, al benessere del singolo sportivo e al contesto in cui è inserito. Sempre più persone che fanno sport si stanno avvicinando al mondo del benessere mentale: come dimostra Serenis.it con un suo sondaggio, circa la metà degli sportivi intervistati in futuro vorrebbe iniziare un percorso di terapia, mentre il 45% lo ha già fatto.