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Da Tuchel a Reus: il Dortmund è rinato
TUCHEL: ALL IN SU UN GIOCO SPUMEGGIANTE - Partito fin da subito con grandi interrogativi, dovuti alla chiusura di un ciclo vincente come quello di Jurgen Klopp, Tuchel si è portato con sè dal Mainz l'immagine di grande ragionatore e stratega. Un profilo completamente diverso da quello di guerriero e combattente impersonificato da Klopp, ma che si è rivelata la mossa vincente, per ora, sul gioco espresso dalla squadra. Contro il Borussia Monchengladbach, infatti, i gialloneri hanno padroneggiato nel possesso palla (59,5%) privilegiando l'azione manovrata palla a terra (88,7% di passaggi riusciti) e accelerando clamorosamente in contropiede arrivando al tiro in 17 occasioni.
REUS-GUNDOGAN-HUMMELS - Se la qualità del gioco è apparsa impressionante, tanto è dovuto ai giocatori simbolo di questa rinascita. L'asse verticale, la spina dorsale della squadra, infatti, ha rappresentato un punto di estrema forza da cui poter ripartire. Hummels è tornato ai livelli pre-Mondiali che lo posizionano fra i migliori centrali difensivi al mondo. Attentissimo in fase di copertura è dai suoi piede che sono nate le ripartenze più pericolose. Gundogan è finalmente tornato ad essere l'uomo d'ordine che tanto è mancato a questa squadra nella passata stagione. Gestione dei ritmi e tranquillità delle giocate che si contrappongono alle decise accelerate di Marco Reus, in gol ma anche il più pericoloso dei suoi fino al momento del cambio forzato per una botta a quella maledetta caviglia che lo ha tormentato l'anno scorso. Simboli e segnali importanti di una rinascita tutt'altro che annunciata. Sognare il Meisterschale è forse troppo, ma alle spalle del Bayern Monaco è tornato a mettersi in corsa anche il BVB.