Getty Images
Da titolari a emarginati: gli scartati della Serie A
DA TITOLARI...- Ciò che è capitato a Sportiello però è solo la triste parabola da titolare ad emarginato che coinvolge molti giocatori in questa stagione 2016/2017. Per rimanere sempre in casa Atalanta, sembra incredibile che la società bergamasca abbia raggiunto gli ultimi e ben noti traguardi senza la sua punta d'oro, il vero colpo di mercato di patron Percassi, Alberto Paloschi. Abituato a giocare sempre sia in Italia con il Chievo, che in Inghilterra con la maglia dello Swansea, a Bergamo gli è invece stato preferito il giovane Petagna e perfino un Pinilla che era ormai dato per morto. Se a questo punto continuiamo in ordine alfabetico, troviamo Oikonomou del Bologna, a cui non va per niente giù l'idea di non giocare: solo 3 partite da 90' e nelle ultime cinque non ha nemmeno sfiorato il rettangolo verde; ora ha le valige in mano per gennaio. Per quanto riguarda i più giovani, per Vittorio Parigini del '96 il passaggio dalla B alla A si è fatto sentire: abituato a galoppare sui campi della serie cadetta con indosso i colori del Perugia, con il Chievo finora ha potuto mettere in mostra le sue doti per soli 22'.
A PANCHINARI...-E la lista è lunga. Watford e Queens Park Regents hanno lanciato il difensore Gabriele Angella, ma l'Udinese non crede in lui e l'ha schierato in campo solamente 3 volte, per soli 129' totali. E a parte le 4 partite da titolare, anche il grande ex Alberto Aquilani, che ha fatto sognare per anni i tifosi viola, rimpiange la Fiorentina: nonostante il Pescara di Oddo sia messo male in classifica, gli vengono preferiti i più inesperti Verre, Benali, Caprari e Manaj. Cigarini, addirittura capitano nell'Atalanta di Colantuono, si ritrova ora al ruolo di riserva nella Samp. Ma non è solo, gli fa compagnia Paolo Cannavaro: se dopo 14 partite la scorsa stagione aveva già raggiunto le 12 presenze, quest'anno è entrato in campo la metà delle volte tra le fila dei neroverdi del Sassuolo, che, tra l'altro, non se la stanno passando particolarmente bene. Dal Fluminense Football Club, titolarissimo, alla Roma in panchina: Gerson Santos da Silva è stato scavalcato come numero di presenze perfino dal sempreverde e contestato Francesco Totti, che per età potrebbe essere suo padre, ma che ha disputato più minuti in campo del brasiliano, 'nuovo Pogba' ancora anonimo. Pochi minuti, 215', e tanta panchina anche per un ex baluardo granata: Maxi Lopez, di cui il Torino di Mihajlović si sta dimenticando; stesse misere sei presenze anche per il viola Babacar a Firenze.
I VIP IN PANCA- Anche nei club blasonati c'è chi va e chi viene, o meglio, chi esce e si siede. Nelle ultime due partite si è accomodato sui sedili di cuoio della panca bianconera uno dei mostri sacri della Juventus Giorgio Chiellini. Per non parlare della polemica sorta intorno a Rog. Titolare nella Dinamo Zagabria con 34 presenze, De Laurentiis si è detto più volte molto curioso di vederlo scendere in campo al San Paolo e negli stadi d'Italia, ma Sarri ha le orecchie chiuse e non vuol sentir ragioni. In quei di Milano poi si contano quasi più fuoriclasse in panchina che sul terreno di gioco. Antonelli, ex titolare della stagione 2015/2016, tra la commozione cerebrale e la lesione muscolare al polpaccio, è rimasto spesso in panchina. Stesso destino per il compagno Honda che l'anno scorso era a quota 30 e ora conta 3 magre presenze, quasi quante quelle di Luiz Adriano in 84'. Ranocchia invece, che aveva fatto grande la Samp e lo stesso Inter raccogliendo 24 presenze tra le due società, al momento è fermo a 4, mentre Felipe Melo è a quota 3 dopo soli 41'. Anche Biabiany, nonostante abbia superato i problemi al muscolo cardiaco, ha avuto un duro colpo al cuore: è a quota 0 lo spazio dedicatogli nell’Inter, e ora potrebbe cambiare casacca: arrivato a parametro zero, costa circa 4 milioni di euro e il Torino di Cairo, che mira all'Europa, l'ha puntato per il mercato invernale.