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Da promesso sposo a matador del Barcellona: altro che Lukaku, è Lautaro il vero riferimento di Inzaghi
Da promesso sposo a traditore, da “Toro” a matador. Lautaro è abbastanza versatile da poter interpretare più ruoli e ieri a Barcellona ne hanno avuto la conferma. L’ex Racing era sparito dalla circolazione e aveva cancellato le sue tracce. Nessuna notizia (gol) dal 30 agosto (8 gare consecutive), ma i bomber, come i killer, tornano sempre sul luogo del delitto e il Camp Nou è uno dei suoi teatri preferiti. Sarà questione di good vibes, ma l’argentino aveva già fatto gol in quello stadio, era successo con Conte in panchina. La sua rete era servita a poco, l’Inter tornò a Milano sconfitta e con un rigore negato a Sensi, anche se grande quanto una casa. A memoria, nessuno del Barça se ne lamentò, né ci furono proclami di sdegno. Ieri Lautaro si è ripetuto, questa volta aggiungendo anche un assist al repertorio e attribuendo ai suoi sforzi un valore e un peso decisamente diversi rispetto alla partita di qualche anno fa. Questa volta le sue gesta rischiano di far fuori il Barcellona dalla Champions e lanciare l’Inter verso gli ottavi, una combinazione niente male.
LA MATURITA' - Una buona notizia anche in vista del campionato, perché ogni volta che Lautaro si sblocca dopo lunghi periodi di magra, i gol arrivano poi in successione. Domenica ci sarà a San Siro la Salernitana e proprio il centravanti argentino, lo scorso marzo, si era abbattuto come un ciclone sui granata, realizzando addirittura una tripletta. Tre gol che, neanche a dirlo, cancellarono un periodo di siccità che andava avanti da otto partite consecutive: trova le affinità… Ma al di là del gol, che per un centravanti rimane linfa vitale, Lautaro in questa stagione sta dimostrando di aver raggiunto la definitiva maturità, quella che gli consente di giocare più per la squadra che per il gol. Vive da attaccante e si batte da mediano, respira gol ma suda fatica, tanto per tornare alla sua adattabilità.
PAROLE E FATTI - "Il Barcellona è acqua passata, adesso penso solo all’Inter e non firmerei per un pareggio al Camp Nou". Alla vigilia della sfida contro il Barcellona, Lautaro aveva parlato così. Fatti, non parole, visto che il Toro, in effetti, la doppia firma (gol e assist) l’aveva messa per la vittoria, con una prestazione da protagonista in Calatogna. Altro che Lukaku, verrebbe da dire, qui se c’è uno che sta tirando la carretta è proprio Lautaro, sempre più riferimento di Simone Inzaghi. L’argentino è il (t)Oro dell’Inter.
LA MATURITA' - Una buona notizia anche in vista del campionato, perché ogni volta che Lautaro si sblocca dopo lunghi periodi di magra, i gol arrivano poi in successione. Domenica ci sarà a San Siro la Salernitana e proprio il centravanti argentino, lo scorso marzo, si era abbattuto come un ciclone sui granata, realizzando addirittura una tripletta. Tre gol che, neanche a dirlo, cancellarono un periodo di siccità che andava avanti da otto partite consecutive: trova le affinità… Ma al di là del gol, che per un centravanti rimane linfa vitale, Lautaro in questa stagione sta dimostrando di aver raggiunto la definitiva maturità, quella che gli consente di giocare più per la squadra che per il gol. Vive da attaccante e si batte da mediano, respira gol ma suda fatica, tanto per tornare alla sua adattabilità.
PAROLE E FATTI - "Il Barcellona è acqua passata, adesso penso solo all’Inter e non firmerei per un pareggio al Camp Nou". Alla vigilia della sfida contro il Barcellona, Lautaro aveva parlato così. Fatti, non parole, visto che il Toro, in effetti, la doppia firma (gol e assist) l’aveva messa per la vittoria, con una prestazione da protagonista in Calatogna. Altro che Lukaku, verrebbe da dire, qui se c’è uno che sta tirando la carretta è proprio Lautaro, sempre più riferimento di Simone Inzaghi. L’argentino è il (t)Oro dell’Inter.