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    Da operaio a 'dopo Chiellini', tra Italia e Juve: la favola del 'vichingo' Gatti

    Da operaio a 'dopo Chiellini', tra Italia e Juve: la favola del 'vichingo' Gatti

    • Marco Demicheli
    In campo è un tipo roccioso, forte, ruvido e anche duro. Un difensore vecchio stampo, di quelli che prendono l'avversario al primo minuto di una partita e cercano di non farlo respirare fino al fischio finale dell'arbitro. Fuori Federico Gatti è tutt'altro. Un ragazzo tenero, dolce, che si commuove quando ripensa ai suoi inizi, alle sveglie alle 7 di mattina, alle giornate portando serramenti su e giù per le scale con il pallone, prima ancora che il calcio, alla sera. Ai sacrifici che la sua famiglia ha fatto per lui e a quelli che lui ha fatto per la sua famiglia, fin da giovane. Ed è forse da lì che gli arriva la caratteristica che tutti quelli che parlano con Federico anche solo cinque minuti gli riconoscono: la fame.

    MEDIANO OPERAIO - Una determinazione feroce. Ce ne vuole tanta se si vuole arrivare in alto, il più in alto possibile, partendo dal basso, il più basso possibile. Partendo dai dilettanti, dai campionati di Promozione ed Eccellenza, per fare poi ogni anno uno step in più. Spesso, si dice, per fare un passo avanti serve farne prima uno indietro. Beh, per Gatti vale davvero: da centrocampista aveva come modelli Gerrard e Lampard, oltre all'ex milanista Taarabt. La vera svolta per la sua carriera è stata però grazie a uno spostamento di una decina di metri: da mediano a difensore centrale. Da lì è iniziata un'altra vita, i lavori da serramentista e muratore, o le giornate al mercato per aiutare la famiglia e il padre che aveva perso il lavoro sono diventate solo un ricordo. Da lì è iniziata la rincorsa.

    SCALATA DI FRETTA - Dall'Eccellenza col Pavarolo alla D a Verbania, un anno dopo la C, il calcio professionistico, con la Pro Patria. Meno di 12 mesi e il salto in B a Frosinone, dopo sei la Juventus, che sfida e batte Torino e Napoli e investe 10 milioni di euro totali per lui. Guido Angelozzi, che lo ha portato in Serie B, lo ha definito "un mix tra Bonucci e Chiellini", lui per il momento dell'ormai ex capitano bianconero e azzurro ha ereditato la maglia della Nazionale. La numero 3, all'esordio contro l'Inghilterra, quando è stato riconosciuto da tutti come uno dei migliori in campo. La paura e l'emozione non sa cosa siano, l'ambizione e la voglia di sfondare sì. Il prossimo obiettivo si chiama Juve, che lo porterà in ritiro per farlo valutare a Massimiliano Allegri. Dalla vita da operaio alla Nazionale e oltre, la favola di Federico non è ancora finita.

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