Da Lippi a Prandelli, come è rinato il calcio azzurro
La bell'Italia di Prandelli gioca sempre meglio, vince e convince il Slovenia dopo il brillante pareggio amichevole di febbraio in Germania, ipoteca la qualificazione all'Europeo 2012, dimostra che, dopo il disastro sudafricano, un'altra Nazionale era possibile. Con un altro ct, s'intende.
Nove mesi fa, il calcio italiano aveva toccato il fondo: mai, in cent'anni di storia, la Nazionale era stata subito eliminata nella fase finale di un mondiale senza vincere un incontro. Al fallimento della spedizione di Lippi aveva fatto seguito il flop dell'Under 21 di Casiraghi, incapace di qualificarsi sia alla fase finale dell'Europeo di categoria sia ai Giochi di Londra 2012.
Nove mesi dopo, mentre anche Ferrara comincia raccogliere i primi frutti del lavoro alla guida dell'Under 21, lavorando sodo, senza proclami e senza jattanza, attenendosi con grande coerenza alle indicazioni del campionato, Prandelli a Lubiana ottiene il successo più significativo della sua gestione. Per ciò che comporta nella classifica del gruppo C, della quale l'Italia è sempre più leader, ma, soprattutto per la qualità del gioco, la personalità della squadra, la crescita di un gruppo sempre più solido e sempre più consapevole della propria forza.
Per questo, suonano stucchevoli le critiche preventive e fuori luogo che alcuni soloni della critica avevano formulato in settimana, incapaci di cogliere i segnali di un cambiamento profondo, ancorati al passato che non torna. Prandelli ha le idee chiare e le applica: chiede il buon gioco e non esita a presentarsi a Lubiana con uno schieramento spregiudicato; pretende il rispetto del codice etico ed esclude Balotelli e De Rossi, avvertendoli però che avranno altre possibilità; rigenera Aquilani (ma perchè Delneri continua a impiegarlo fuori ruolo nella Juve?), trasmette fiducia a Cassano che compie un altro passo verso la condizione migliora e si sacrifica per la squadra con encomiabile dedizione; viene premiato per la scelta di Thiago Motta, nuovo italiano fiero di indossare la maglia azzurra, in gol alla seconda presenza, punto di forza di un centrocampo che trova in Montolivo un altro interprete di alto livello.
Ma ci sono anche Balzaretti e Maggio, fra i protagonisti di una prova brillante, contro una Slovenia che conferma per intero tutto il suo valore e i progressi registrati in questi anni. La qualificazione a Polonia e Ucraina 2012 non è ancora aritmetica e ci sono ancora molte cose da migliorare. Ma la strada è giusta e la luce in fondo al tunnel sempre meno fioca.
In Sudafrica, colò a picco una Nazionale bolsa, grigia e senz'anima. In Slovenia, ha battuto un altro colpo l'Italia che Prandelli vuole. Un'Italia che piace. Coraggio, il meglio deve ancora arrivare.