Da Kalinic a Keita, la vergogna dei disertori. Tommasi, non dici niente?
Kondogbia è sempre stato pagato dall’Inter. Anche Kalinic dalla Fiorentina e Keita dalla Lazio. Hanno ricevuto lo stipendio perché calciatori e società sono legati da un contratto: tu ti alleni e, se l’allenatore vuole, giochi; io ti pago fino al 30 giugno dell’anno stabilito. Tutto estremamente semplice, in fondo.
Eppure Kondogbia, Kalinic e Keita, e non solo loro (Bernardeschi, ad esempio, o anche Dembelé), si sono tirati indietro, non presentandosi agli allenamenti. E’ la moda dell’estate, ed è una moda bruttissima perché dà un segnale arrogante: io calciatore voglio fare come mi pare, fregandomene di contratti e regole, e pretendo di trasferirmi al club che mi piace. Un atteggiamento inaccettabile. Anzi, diciamolo pure: una vergogna.
Non siamo mai stati teneri con Lotito né con la Fiorentina, certamente è curioso che la Lazio spesso vada in contrasto con i giocatori in scadenza quando questi rifiutano di rinnovare il contratto (basta ricordare i clamorosi casi Pandev e Ledesma, estate 2009). Marotta non a caso ha ricordato che all'estero ci sono calciatori nella stessa situazione, come Emre Can e Rabiot, che giocano regolarmente nel loro club, così come del resto fa De Vrij nella stessa Lazio. Ma non è e non può essere la fuga il modo corretto di affrontare una situazione complicata. Anzi, questa è la strada - se si ha ragione - di passare dalla parte del torto. Perché la prima regola dovrebbe essere quella di rispettare i contratti, anche affrontando momenti difficili. E’ legittimo che un calciatore chieda la cessione, non lo è che pretenda di fare come gli pare.
Damiano Tommasi, persona perbene, difende i diritti dei calciatori e s’impegna in particolare per quelli che hanno difficoltà a lavorare, soprattutto in serie C. Se però è coerente, dovrebbe esporsi anche contro i suoi associati quando questi si comportano in modo scorretto, inviando comici certificati medici che sono autentiche prese in giro per chi sta male davvero. Ecco, sarebbe bello se Tommasi oggi dicesse a Kalinic, Keita e compagnia: non ci si comporta così. Ma temiamo che non lo farà.
@steagresti