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Da Ibra e Tomori a Botman-Kalulu: Milan, la 'linea Maldini' per il mercato invernale
LA 'LINEA MALDINI' - E' così che, nel 2020, a Milanello arrivano due leader come Zlatan Ibrahimovic e Simon Kjaer per ridare slancio a una squadra atterrita dal 5-0 di Bergamo e con evidenti difficoltà. Con loro arriva Alexis Saelemaekers, rivelatosi poi prezioso nelle cavalcate per il ritorno in Champions e verso lo scudetto, e Asmir Begovic. E' anche il gennaio delle cessioni, perché a salutare il Diavolo sono Krzysztof Piatek (con 24 milioni la cessione più ricca di Maldini, seguita di poco da quella di Paquetà), Suso, Reina e Borini, più i prestiti di Caldara e Rodriguez. Quattro innesti, uno a parametro zero e tre in prestito con una spesa che, considerando anche i riscatti di Kjaer e Saelemaekers dell'anno successivo, non supera i 14 milioni di euro (ingaggi esclusi), per accontentare le esigenze di Pioli. Sono tre quelli che arrivano il gennaio seguente, uno per reparto: in difesa Fikayo Tomori (prestito oneroso, poi sarà riscattato a fine stagione: operazione complessiva intorno ai 30 milioni), a centrocampo Soualiho Meité (prestito) e in attacco Mario Mandzukic (parametro zero) per dare fiato a Ibrahimovic. Un mercato in entrata a costo immediato quasi zero così come le uscite (Conti, Musacchio, Duarte). Fino al 2021 quindi il Milan compra a gennaio, ma nel 2022 (anno dello scudetto) qualcosa cambia: arriva solo il giovane Marko Lazetic davanti, un investimento per il futuro che non porta effetti immediati se non prendere numericamente il posto di Pietro Pellegri, scaricato dopo pochi mesi. Non che Maldini in realtà non abbia cercato un altro colpo, perché proprio in quei mesi era stata caldissima la possibilità di regalare un altro centrale difensivo a Pioli dopo il grave infortunio al ginocchio di Kjaer: Sven Botman, poi trattato senza successo anche l'estate seguente, era il primo nome in cima alla lista, seguito da due-tre alternative. Ricerca accesa conclusa con un nulla di fatto, per due motivi: costi che il Milan non aveva intenzione di sostenere (complici anche uscite nulle, con Plizzari in prestito e Conti svincolato), ma anche la decisione di puntare con forza su Pierre Kalulu, mossa poi premiata dall'ottimo rendimento del francese, cruciale per la conquista del 19° titolo nazionale.
IL PRESENTE - Il passato aiuta quindi a tracciare la 'linea Maldini', contrario a movimenti massicci ma non a colpi mirati, anche onerosi come Tomori se ritenuti meritevoli dell'investimento. Non solo quello tecnico, ci sono altri due aspetti con cui il Milan deve fare i conti, specialmente in questa finestra. Il primo è dato dall'attenzione al bilancio, senza grandi cessioni in vista se non partenze legate ad esuberi (Bakayoko in cima, poi valutazioni su Adli, Lazetic e uno tra Messias e Saelemaekers), a meno di clamorosi sviluppi sui fronti Bennacer e Leao, al momento non previsti, sono complicati grandi investimenti immediati. L'altro aspetto da valutare è quello delle liste, quella per la Champions (agli ottavi c'è il Tottenham) che potrà subire pochi ritocchi e già in estate erano stati sacrificati nuovi acquisti (Adli, Thiaw e Vranckx) oltre agli infortunati Ibrahimovic e Kjaer: in questo senso è possibile il loro inserimento, ma qualcuno dovrebbe fare spazio e lo stesso discorso sarebbe da applicare a eventuali nuovi arrivi. Tutte riflessioni nella testa della dirigenza rossonera: il Milan e Maldini si preparano per gennaio.