Da Harry Potter a Ricardo Oliveira: la maledizione dell'erede
DA HOGWARTS AI CAMPI DA GIOCO- Di storie di "eredi maledetti" è pieno anche il mondo del calcio. Spessissimo, l'erdità di cui si fa carico un nuovo acquisto rischia di essere un fardello troppo pesante con cui convivere. Per averne conferma basterebbe chiedere a Ricardo Oliveira. Il brasiliano arrivato al Milan nell'estate del 2006 con l'arduo, se non impossibile, compito di sostituire Andriy Shevchenko. Oliveira viene prelevato dal Real Betis per 17milioni di euro e il cartellino di Vogel. Goal all'esordio contro la Lazio e lo scetticismo che aveva accompagnato il suo acquisto sembra diradarsi. Neanche il tempo di godersi la rete alla prima partita che, partita dopo partita, il peso della numero 7 che porta sulle spalle inizia ad affossarlo, le prestazioni non convincono e le panchine diventano una costante. Carlo Ancelotti passa al suo famoso modulo ad albero di Natale e il brasiliano viene accantonato. Al termine della stagione Ricardo Oliveira lascerà Milanello per tornare nella Liga. L'esempio può non sembrare calzante, in fin dei conti Oliveira era più una scommessa che un vero e proprio erede designato. Dall'altra sponda di Milano, hanno però la certezza che un'eredità pesante è difficile da gestire anche se ti chiami Rafael Benitez e hai nel tuo Palmares una Champions League, due campionati spagnoli e moltissime altre competizioni nazionali e internazionali. Il dieci Giugno 2010 il tecnico spagnolo firma un contratto biennale con l'Inter, dove raccoglie la pesantissima eredità di Mourinho, volato a Madrid dopo la conquista del triplete. Anche in questo caso l'esperienza parte con il piede giusto, l'Inter si aggiudica la Supercoppa italiana battendo la Roma per tre a uno, con goal di Pandev e doppietta di Eto'o. Subito dopo iniziano i problemi, i nerazzuri perdono la Supercoppa UEFA contro l'Atletico Madrid per due a zero. La stagione nerazzura è costellata da numerosi infortuni e prestazioni altalenanti, nonostante ciò il diciotto Dicembre 2010 la squadra conquista la Coppa del mondo per club, battendo per tre reti a zero i congolesi del TP Mazembe. Questa vittoria però si rivela solo un palliativo che dura pochissimi giorni, a soli cinque giorni da tale successo infatti, lo società solleva Benitez dall'incarico, chiamando al suo posto Leonardo. A prescindere dai risultati e dallo scarso feeling con l'ambiente, a pesare enormemente fu l'ingombrante ombra dello Special One, che aleggiava costantemente sui passi di Rafa. Un'eredità, quella del portoghese, troppo pesante per essere dimenticata in così breve tempo.
FUTURI PASSAGGI DI TESTIMONE- E' di questi giorni la notizia che ha scosso, per non dire stravolto, il calciomercato italiano in questa sessione estiva. Gonzalo Higuain sarà un nuovo giocatore della Juventus. Chi prenderà il suo posto a Napoli? Nelle ultime ore è caldissimo il nome di Arkadiusz Milik, la stella polacca dell'Ajax sembra essere ad un passo dal club partenopeo. Sullo sfondo rimane il sogno Mauro Icardi, che sicuramente non ha bisogno di presentazioni con le sue cinquantasette segnature in serie A a soli ventitre anni. Non si abbandona neanche la pista che porta Carlos Bacca, in uscita dal Milan, che garantirebbe goal ed esperienza. Tutti e tre i profili portano con loro un curriculum ricco di goal, ma anche per il più prolifico dei goleador però non sarà facile sobbarcarsi l'eredità del Pipita, che nella passata stagione, con i suoi trentasei goal in trentacinque presenze, ha superato lo storico record di Gunnar Nordahl che resisteva dalla stagione 1949-1950. Se sarà pesante l'eredità di Higuain, quella di Francesco Totti a Roma sarà una Mission Impossible. A fine stagione il capitano appenderà le scarpe al chiodo dopo 25 stagioni nella massima serie con la maglia della Roma, con una lista di record infinita, tra i quali: calciatore in attività con maggior numero di goal segnati in serie A (248), calciatore più anziano ad aver segnato in champions league e calciatore con più presenze (41) e più goal (11) nel derby di Roma. Totti è stato ribattezzato come l'ottavo re di Roma ed è venerato senza indugi e senza esitazioni. Nel corso della prossima stagione, ogni partita all'Olimpico sarà un'ovazione del popolo romano diretta al loro capitano. Ancora non c'è all'orizzonte un profilo designato ad assumere questa eredità, e forse in questo caso, mai ci sarà.