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Da Haaland a Donnarumma, la crisi degli sponsor blocca il mercato del Real Madrid
IN DIFFICOLTA' - I contratti, di fronte agli effetti della pandemia, contano fino a un certo punto, per questo da Madrid monitorano con attenzione quello che sta succedendo in casa Adidas e Fly Emirates, i principali partner commerciali. Il brand tedesco ha subito un crollo dei profitti nel primo trimestre dell'anno (-96% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso) e nei giorni scorsi ha chiesto un prestito di 2400 euro al governo tedesco per far fronte all'emergenza. Al momento non arrivano segnali di allarme, ma se la situazione dovesse precipitare è difficile pensare che possa rispettare gli accordi, 100 milioni di euro più bonus (fino a un massimo di 50) fino al 2028, così come è lecito aspettarsi qualcosa di diverso da Emirates, che versa annualmente al Real Madrid 70 milioni di euro. La compagnia di bandiera degli Emirati Arabi sta vivendo un periodo di grande incertezza, con gli aerei a terra per far fronte alle perdite ha ridotto del 50% gli stipendi di migliaia di dipendenti. Ma potrebbe non bastare.
NON SOLO DONNARUMMA - A tutto questo vanno aggiunte le difficoltà di altre realtà minori, come Hankook, Tecate, Audi o Palladium Group. Meno soldi vuol dire meno investimenti, anche sul mercato. Prima della crisi il Real Madrid era tra i club più attivi: aveva puntato Donnarumma per la porta (più di un contatto con Raiola), aveva chiesto informazioni al Napoli per Fabian Ruiz e aveva cercato di capire come arrivare al talento norvegese Haaland, considerato la prima scelta per il dopo Benzema. Ambizioni molto costose, al momento in stand by. Che senza una ripartenza potrebbero rimanere delle semplici idee.