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Da fedelissimo di Conte a Zar di Russia: lo Spartak corre in Carrera
Il passaggio da vice di Alenichev, ex giocatore di Roma e Perugia tra il 1998 e il 2000, ad allenatore della prima squadra è stato rapido. Lo Spartak a inizio agosto saluta l'Europa League, eliminato dal modesto Aek Larnaca, Carrera accetta di diventare guida ad interim al posto di Alenichev, per due partite, in attesa che venga formalizzato l'arrivo Berdyev. La fumata bianca tra la squadra più titolata e tifata di Russia e l'artefice dei miracoli Rubin Kazan e, recentemente, Rostov, non arriva mai, motivo per il quale Carrera resta in panchina. Stupendo tutti e meritandosi la conferma.
Le esperienze negative con Unai Emery e Yakin al timone hanno lasciato il segno nello Spartak Mosca, che non vuole correre troppo, non vuole lasciare spazio a facili entusiasmi. Ma con Carrera in è difficile non farlo. Senza uno schema predefinito (ha alternato il 3-5-2 al 4-2-3-1 e al 4-3-3), ma con idee tattiche chiare, rapidamente assimilate, lo Spartak è diventato un rullo compressore. Dopo 7 giornate guida la Russian Premier League con sei vittorie, un pareggio, zero sconfitte, 14 gol realizzati e solo 2 subiti. Praticamente un'armata, costruita intorno all'italiano Bocchetti, al talento Zobnin, all'ex enfant prodige del Twente Quincy Promes e all'attaccante Ze Luis, arrivato dal Braga nel 2015. La strada da percorrere è lunga e tortuosa, ma l'impressione è che lo Spartak ha tutto per arrivare fino in fondo. Per alzare un trofeo che manca dalla Coppa di Russia del 2003.