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Da esubero della Roma a idolo della Lazio: altro che scommessa, Pedro è l'idea geniale di Sarri e Tare
VENDETTA – "Quanto accuserà il passaggio da una sponda all’altra del Tevere?". Questa era la domanda che impazzava tra i tifosi laziali lo scorso 19 agosto, mentre i tifosi giallorossi lo sbeffeggiavano. “Salviamo il mondo, regaliamo un Pedro”, oppure “Ma sì, alla Lazio diamogli i nostri scarti”. Questi e molti altri gli sfottò divampati dal mondo giallorosso ai quali inizialmente il classe ’87 non ha risposto.
L'IMPATTO - “Alla Roma mi hanno lasciato fuori rosa senza parlare con nessuno della dirigenza, stavo vivendo una situazione difficile”, queste le sue prime dichiarazioni ai canali ufficiali del nuovo club. Poi però a parlare è stato il campo. Minuto 19 della stracittadina. Il numero 9 si fa tutto il campo in ripartenza senza palla, chiama Immobile che senza indugio lo serve e il 2-0, sotto la curva sud, è servito. Un incubo per i tifosi giallorossi, un sogno per quelli biancocelesti e il calciatore stesso.
“IDEA GENIALE” – Ma effettivamente la Lazio ci ha visto lungo a scegliere Pedro? La risposta è semplice: assolutamente sì. Il classe ’87 ad oggi è il terzo calciatore più impiegato dall’amico e mentore “Maurizio” (Sarri, ndr) visto che lo chiama spesso e volentieri così. 948 minuti, alla faccia del “vecchietto”. Più di lui solamente Felipe Anderson (1148 minuti) e Milinkovic (966 minuti). Nonostante qualche passo falso, come del resto tutta la squadra, in questo inizio di stagione lo spagnolo pluricampione ha stupito per applicazione e spirito di sacrificio. Tare si è espresso così su di lui: “Vive ogni giorno di allenamento come se fosse il primo della sua carriera. È stata un’idea geniale prenderlo”.
LA (NON) SCOMMESSA - E in effetti non ha tutti i torti il ds biancoceleste. Un attaccante voluto fortemente da Sarri e pronto a fare tutto per quest’ultimo: esterno a destra, a sinistra, fase offensiva e difensiva e all’occorrenza falso nueve. Senza dimenticare il costo: 0. A novembre Pedro ha giocato 14 gare (tutte) collezionando 3 gol pesanti contro Roma, Fiorentina e Atalanta e 1 assist. Lo scorso anno tra infortuni e un ambientamento mai completato chiuse con 40 presenze, 6 gol e 7 assist in giallorosso accumulando solo critiche. Dalle parti di Formello invece è diventato un beniamino "seduta stante". Scommessa vinta? Sì. Anche se ci vuole coraggio a chiamare scommessa un calciatore che ha alzato al cielo 26 trofei tra club e nazionale segnando in 9 finali.