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    Da De Ketelaere a Vranckx, il mercato del Milan è fallimentare

    Da De Ketelaere a Vranckx, il mercato del Milan è fallimentare

    • Federico Zanon
    Ci vuole tempo. Per inserirsi nei meccanismi, per assimilare le idee di un nuovo allenatore, per adattarsi a un calcio diverso. In casa Milan la pensano più o meno tutti così, gli arrivi estivi daranno il loro contributo, bisogna solo saperli aspettare. Nessun giudizio affrettato, insomma, ma quasi un terzo della stagione è a già in archivio e per quello che si è visto il bilancio degli acquisti dell'ultima finestra di mercato non può essere positivo. Anzi, l'etichetta di fallimentare è tutt'altro che esagerata. I numeri non mentono, nessun rinforzo regalato da Maldini e Massara a Pioli fin qui ha fatto la differenza. Nessuno ha fatto fare al Milan il salto di qualità, necessario per confermarsi in campionato e fare in strada in Champions League.

    MA QUALI DIAVOLI - Partiamo da Charles De Ketelaere, l'acquisto più oneroso dell'estate rossonera: 15 presenze tra campionato e coppa, 751' giocati, 1 assist e uno zero grosso come una casa alla casella 'gol segnati'. Non ha fatto tanto di meglio il connazionale Divock Origi con 1 gol e 1 assist in 336', spalmati su 11 presenze, e tanti problemi fisici a fargli compagnia. A proposito di Belgio, che fine ha fatto Aster Vranckx? Il centrocampista classe 2002, arrivato dal Wolfsburg  in prestito oneroso a 2 milioni di euro con diritto di riscatto fissato a 12 milioni, ha raccolto ben 30' tra Sampdoria, Juventus e Monza. Doveva essere una risorsa per dar fiato a Tonali e Bennacer, per il momento è servito a scaldare la panchina.

    DIMENTICATI - La situazione non migliora con Sergino Dest, sbarcato a Milano dal Barcellona in prestito con diritto di riscatto a 20 milioni: il terzino made in Usa ha visto il campo 339', comunque più di Yacine Adli (114' tra Bologna, Sassuolo, Napoli e Verona) e Malick Thiaw, schierato solo nel finale del match del Bentegodi contro l'Hellas (7'). Nonostante gli infortuni e il calendario fitto, il Milan sfrutta poco la profondità della rosa, con il risultato di avere i titolari, a questo punto della stagione, in debito d'ossigeno. E con la sconfitta di Torino è suonato l'allarme.

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