Da Cragno a Meret, da Audero a Perin: la scuola italiana è di nuovo la migliore
In serie A la proporzione portieri italiani/portieri stranieri nelle formazioni titolari oggi dice 12/8, ed è una sensibile inversione di tendenza rispetto al passato. L’addio di Buffon alla serie A e alla nazionale ha di fatto «liberato» anche mentalmente molti suoi colleghi, a partire da Gigione Donnarumma (19 anni), unico a salvarsi nel flop azzurro della falsa partenza in Nations League. Cragno - premiato venti giorni fa dalla convocazione in nazionale - è giunto all’età (24 anni) della definitiva consacrazione: aveva debuttato quattro anni fa, a Cagliari, forse era troppo acerbo, pagato lo scotto di un esordio prematuro è ripartito dalla B (Lanciano e Benevento) per ricostruirsi e ritornare in A. La stagione passata - la prima aperta e chiusa da titolare - gli è servita per prendere la rincorsa. E’ il destino dei portieri. Un passo avanti, due indietro per (ri)fare il salto. Scuffet (22 anni) era stato lanciato giovanissimo (17 anni, come Buffon) da Guidolin. Poi si era perso, tra incomprensioni con l’Udinese, cessioni rifiutate (all’Atletico Madrid) e campionati di B con squadre poco attrezzate (Como). Ma il talento c’è. Ed è lo stesso del suo corregionale, Meret (21), oggi ai box e pronto a prendersi la porta del Napoli dopo che un infortunio lo ha privato di questo inizio di stagione.
Di Emil Audero (21) si parla bene da anni: Giampaolo non ha avuto timori, assegnandogli le chiavi della porta della Sampdoria. E’ in prestito dalla Juventus, dove per ora (non) gioca il portiere che - nella gerarchia di Mancini - in nazionale è il vice-Donnarumma: è Perin (25) che dopo sei campionati da titolare in A (il primo a Pescara, gli altri cinque al Genoa) ha deciso di giocarsi le sue chances andando a fare il secondo (anche) a Szcezsny, convinto prima o poi di soffiargli il posto. Provedel (24 anni) è un altro esponente della scuola friulana (che annovera i già citati Meret e Scuffet) e d ha debuttato in A un mese fa: dopo aver contribuito a portare in A l’Empoli, ora sa che la salvezza passa anche per le sue mani. Se Sportiello (26) si è rimesso in discussione a Frosinone dopo stagioni che promettevano molto ma hanno mantenuto meno del previsto (tra Atalanta e Fiorentina), e se Sepe (27) dopo quattro anni di panchina ha rispolverato i guanti a Parma; ecco che vale la pena chiudere con Gollini (23) che fin dagli inizi veniva considerato tra i ragazzi più talentuosi della sua generazione. Ha fatto il giro largo (un biennio nelle giovanili del Manchester, il ritorno in Italia, la Championship con l’Aston Villa) ma ora si è preso la porta dell’Atalanta. A giugno - con lo pseudonimo di Gollorius - ha pubblicato il singolo «Rapper coi guanti». L’attacco della canzone fa così: «Ogni notte nei miei sogni/ti vedo e ti sento». Non parlava della maglia azzurra, ma facciamo finta di sì.