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    Da Catania all'infinito: perchè gli arbitri sono l'incubo del calcio italiano

    Da Catania all'infinito: perchè gli arbitri sono l'incubo del calcio italiano

    Domanda del giorno al signor Braschi, designatore
    degli arbitri: a Catania, immagini alla mano, quanto 
    tempo ci avrebbe messo il quarto uomo a stabilire
    che il gol di Bergessio era regolare: più o meno di 49 secondi? E che Bendtner
    era in fuorigioco e quindi il gol di Vidal era da annullare?
     
    Il signor Braschi non risponderà mai, perchè
    non vuole la moviola in campo e, soprattutto, perché
    non conosce il comune senso del pudore. Ieri
    sera ha avuto il coraggio di affermare che sì, al
    Massimino "è stato commesso un errore, ma
    sono soddisfattissimo del rendimento degli arbitri
    e degli assistenti nei primi nove turni di campionato".
     
    Soddisfattissimo? Un errore a Catania? E gli altri? E, come sostiene
    Pulvirenti, la rete annullata a Bergessio dopo 
    l'intervento della panchina Juve? E Mazzoleni
    che sabato sera a San Siro non vede il fuorigioco
    di Abate sul gol di El Shaarawy? E Bergonzi che
    a Firenze non convalida il gol regolare di Mauri
    e nega un rigore alla Lazio e un altro alla Fiorentina?
    E Valeri che a Pescara espelle Peluso al secondo
    minuto della ripresa, quando non ce n'era motivo?
    E Giacomelli che a Torino espelle Sansone quando
    poteva evitarlo? E il rigore concesso da Massa all'Udinese?
     
    La verità è semplice: 1) soltanto la moviola in campo
    ci risparmierebbe questo strazio, ma né Blatter né
    Platini la vogliono, sennò come potrebbero gli
    arbitri condizionare le partite con i loro strafalcioni? Blatter,
    in particolare ci ha messo dieci anni per dare il via
    alla tecnologia sul gol non gol; Platini, se potesse,
    metterebbe anche un arbitro a cavalcioni della traversa.
     
     2) Buona parte degli arbitri e degli assistenti italiani
    è tecnicamente mediocre e non brilla per personalità:
    vi risulta che un arbitro abbia mai sospeso una partita
    per cori razzisti o perchè un branco di farabutti insulta
    Piermario Morosini?  
     
    3) Nella categoria non vige un criterio meritocratico in base al quale chi sbaglia 
    di più arbitra di meno: sotto Braschi e Nicchi, come peraltro
    con i loro predecessori, succede esattamente il contrario,
    tant'è vero che Valeri doveva essere messo a riposo per 6 mesi dopo gli obbrobri
    del derby e, invece, l'Atalanta se l'è ritrovato fra i piedi
    a Pescara, dov'è stato il peggiore in campo. 
     
    4) Ogni partita vede in campo, a vario titolo, 7 (sette)
    ufficiali di gara. La moltiplicazione delle giacchette
    ha moltiplicato gli errori: a Catania, per esempio, si sono messi
    in tre per combinare il disastro (Maggiani, Rizzoli e
    Gervasoni). 
     
    5) La situazione italiana è aggravata da un sistema giurassico dove, in federazione, a comandare  sono sempre gli stessi; il presidente degli allenatori sbotta
    che la moviola in campo renderebbe il calcio "disumano"; in Lega
    non comanda nessuno perchè da 1 anno e 7 mesi il presidente è dimissionario e i club
    non riescono a nominare il successore, non essendo d'accordo
    sul nulla tranne che sulla spartizione dei soldi dei diritti tv; 
    nel mondo arbitrale, non esiste la possibilità di spiegare 
    gli errori, non c'è democrazia e, se non rompi le scatole alle
    Grandi, tanto meglio.  Se poi le aiuti - involontariamente, s'intende perchè la buonafede è assolutamente fuori discussione - con qualche sfondone, tanto meglio. Non verrai mai collocato a riposo per troppo tempo. Nella peggiore delle ipotesi, ci
    sarà sempre o il designatore o il presidente degli arbitri
    pronto ad affacciarsi in tv per dire che va tutto bene, che
    l'importante è dirigere con serenità, che gli arbitri italiani
    sono i migliori del mondo. L'importante è crederci. In Inghilterra e in Irlanda
    non ci credono: l'agenzia di scommesse Paddy Power ha giudicato
    talmente ingiusto il risultato di Catania da pagare comunque gli scommettitori
    che avevano puntato sulla vittoria o sul pareggio dei siciliani. Non si finisce
    mai di imparare, vero Braschi?
     
    Xavier Jacobelli

     

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