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  • Da 'Campioni' e la Juve all'Imolese dei miracoli: il sogno di Lorenzo Spagnoli

    Da 'Campioni' e la Juve all'Imolese dei miracoli: il sogno di Lorenzo Spagnoli

    • Stefano Brunetti
    Da Cervia ad Imola il passo è breve: settanta chilometri, o poco più. Il tratto di strada che Lorenzo Spagnoli ha dovuto fare per la meta definitiva: quelle rive del Santerno, citate anche nella Divina Commedia, che l’hanno accolto ed adottato come un figlio. Di più: come presidente della locale squadra di calcio. La più alta onorificenza, probabilmente, dopo quella di sindaco. Ma andiamo con ordine: perché il nome di Spagnoli, pur non avendo alle spalle una carriera di grido, non risulta nuovo al grande pubblico?

    IL CERVIA DI GRAZIANI - Presto detto: presente il Cervia di Ciccio Graziani?  Lorenzo fu uno dei suoi giocatori. O meglio: dei partecipanti. Perché il Cervia non fu una semplice squadra, ma un esperimento socio-calcistico (vedasi alla voce reality) attivo nel biennio 2004-2006, giusto il tempo di portare in dote una storica promozione e lanciare Ilaria D’Amico come conduttrice. In mezzo l’interazione col pubblico, protagonista attivo della vita dei calciatori, nella miglior tradizione del piccolo schermo: con un premio da assegnare, tramite televoto, cioè un ritiro pre-campionato con una delle tre big.

    RITIRO CON LA JUVE - Come finisce questa storia lo sappiamo tutti: con Lorenzo che vince e fa il precampionato con la Juventus: cioè, per intenderci, con Del Piero, Trezeguet e compagnia. Poi, il ritorno alla vita normale, cioè un’onesta carriera nelle serie minori. Fino all’arrivo ad Imola: dove, una volta appese le scarpette al chiodo, decide con la compagna Fiorella di fare il grande passo…

    AL COMANDO - A soli 33 anni Lorenzo Spagnoli diventa presidente di una società di calcio: con i risultati che non tardano ad arrivare. Nel giro di un lustro, l’Imolese passa dall’Eccellenza al professionismo, quella serie C dove mancava da più di un decennio. E siamo dunque all’estate del 2018: con la squadra dell’ex “campione” che si prepara ad affrontare la C unificata. In panchina un suo coetaneo, quell’Alessio Dionisi proveniente da Fiorenzuola, a cui viene chiesta una tranquilla salvezza, da ottenere il prima possibile. Risultato: a metà aprile l’Imolese non solo è già salva, ma al terzo posto in classifica.

    STADIO DI PROPRIETA'
    - Ergo, saldamente nei playoff, che inizieranno a maggio: con quel sogno proibito, mai pronunciato direttamente, che si chiama serie B, anche se in società si predica calma e gesso. E intanto, nel contesto della miglior stagione della storia rossoblù, Spagnoli lavora anche da imprenditore vero, ponendo le basi per lo stadio di proprietà: insomma, ad Imola si sta vivendo un sogno ad occhi aperti. Ma del resto, per uno venuto da “Campioni” (che nel suo completo era “Campioni, il sogno”), sognare è pura routine. Di più: un’attività obbligatoria. Per dimostrare che tutto, anche l’impossibile, si può realizzare.

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