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  • Da cameriere a Re Giorgio: la storia di Corona

    Da cameriere a Re Giorgio: la storia di Corona

    Trentasei anni di cui venti passati a giocare a calcio. Scarpette consumate sin da quando ad otto anni ha iniziato a tirare calci ad un pallone. Ora quello scugnizzo di Palermo è diventato Re Giorgio Corona e insegue i 150 gol in carriera e non solo. Sì, perchè il bomber è uno dei leader della Juve Stabia che adesso culla il sogno dei playoff. “Siamo tutti contenti di aver raggiunto questi 41 punti ma adesso arriva il difficile. Dobbiamo dare tutto perchè siamo su un treno importante”, ammonisce Corona.
    La sua è la classica storia del calciatore che fa tutta la gavetta partendo dalle serie inferiori, giocando e lavorando, per poi arrivare a coronare il sogno di una vita. “Ho iniziato ad otto anni – ricorda l’attaccante della Juve Stabia – Giocavo nel mio quartiere, nella Alberto Amedeo allenata da mio zio”. Eppure c’è stato un momento in cui Giorgio Corona ha rischiato di dover smettere col calcio. “Perchè trascuravo gli studi e mio padre non era certo felice. Rimasi due anni fermo – rivela Giorgio Corona – poi ho ripreso giocando e facendo mille mestieri. Per un po’ ho fatto l’apprendista ascensorista e poi anche il cameriere”. Tutto questo quando giocava nel Cinisi, una squadretta dilettantistica siciliana. Giorgio Corona si allenava col Palermo di Ignazio Arcoleo ma la domenica veniva mandato a giocare col Cinisi.


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