AFP/Getty Images
Milanmania: da Calimero a principe, ma ora Gattuso ha bisogno di Ibra
Mancano pochi minuti alla fine della partita. Il tabellone di San Siro si illumina con la classifica provvisoria. Il Milan avrebbe 15 punti in classifica, ma la Sampdoria attacca e il cuore batte. Finalmente l’arbitro Maresca fischia tre volte. Quel modo condizionale diventa un bel presente indicativo. I rossoneri compiono dunque un interessante balzo in classifica, mangiando diverse posizioni in attesa che scompaia finalmente quell’asterisco che perseguita la squadra di Gattuso dal lontano 21 agosto. Mercoledì si gioca Milan-Genoa, la partita che vale la conquista di un beneaugurante quinto posto, vicino a Lazio e/o Inter. Un viatico meritato per il buon lavoro svolto dall’allenatore rossonero, che anche contro i blucerchiati ha schierato in campo una squadra ben dotata tecnicamente , propositiva ,elegante e spettacolare.
Che cosa è cambiato rispetto alla brutta prestazione contro il normale Betis, già battuto e ridimensionato dal Getafe nella Liga? I giocatori, signori, i giocatori! Sulla fascia cinguettava Suso, ben appoggiato da Kessie. Ricardo Rodriguez e Laxalt hanno formato un binario veloce e divertente. Biglia ha ritrovato subito i motivi migliori, ora finalmente sui suoi splendidi livelli, ben lontano dal centrocampista triste visto nel Mondiale e a inizio campionato. Ha funzionato la coppia Cutrone-Higuain, che non si sono certo pestati i piedi, ma hanno lavorato con un sorprendente affiatamento, figlio della classe, del temperamento, della voglia di vincere. Certo, Gattuso non ha alternative quando uno degli attaccanti finisce il fiato, come è accaduto negli ultimi minuti. E’ stato il Titano Gonzalo a stringere i denti, trovando la forza di lottare fino allo stremo, distrutto dalla stanchezza. La coppia però deve essere riproposta, in attesa che arrivino rinforzi nel mercato di gennaio. Anzi IL RINFORZO, che deve avere un solo nome, Zlatan Ibrahimovic, già eliminato dalle finali del campionato americano.
Ho immaginato, negli ultimi lunghissimi minuti, la standing ovation di San Siro se dalla panchina si fosse alzato Ibra Supremacy per aiutare i compagni nello sforzo finale. Avrebbe avuto lo stesso effetto della tromba suonata da un soldato del Settimo Cavalleggeri, nel film “Ombre Rosse”, soldati che salvano gli uomini della carovana dalla minaccia dei pellerossa. Sono ore più serene anche per Gattuso, che alla fine della partita ha cambiato i connotati. Biondi i capelli, azzurri gli occhi. Insomma, diventato principe dopo giorni da Calimero, piccolo e nero. Qualche ora di riposo per dimenticare un nefasto giovedì, poi San Siro ha ritrovato il suo guerriero, ma soprattutto un allenatore che presentato una squadra che ama il bel gioco, l’organizzazione fra i reparti, le trame più eleganti. Lo ripeto ancora. Teniamocelo stretto, gustiamo il suo lavoro ,in attesa che Gattuso urli alla panchina: ”Dentro Paquetá, tocca a te Zlatan!”.
Che cosa è cambiato rispetto alla brutta prestazione contro il normale Betis, già battuto e ridimensionato dal Getafe nella Liga? I giocatori, signori, i giocatori! Sulla fascia cinguettava Suso, ben appoggiato da Kessie. Ricardo Rodriguez e Laxalt hanno formato un binario veloce e divertente. Biglia ha ritrovato subito i motivi migliori, ora finalmente sui suoi splendidi livelli, ben lontano dal centrocampista triste visto nel Mondiale e a inizio campionato. Ha funzionato la coppia Cutrone-Higuain, che non si sono certo pestati i piedi, ma hanno lavorato con un sorprendente affiatamento, figlio della classe, del temperamento, della voglia di vincere. Certo, Gattuso non ha alternative quando uno degli attaccanti finisce il fiato, come è accaduto negli ultimi minuti. E’ stato il Titano Gonzalo a stringere i denti, trovando la forza di lottare fino allo stremo, distrutto dalla stanchezza. La coppia però deve essere riproposta, in attesa che arrivino rinforzi nel mercato di gennaio. Anzi IL RINFORZO, che deve avere un solo nome, Zlatan Ibrahimovic, già eliminato dalle finali del campionato americano.
Ho immaginato, negli ultimi lunghissimi minuti, la standing ovation di San Siro se dalla panchina si fosse alzato Ibra Supremacy per aiutare i compagni nello sforzo finale. Avrebbe avuto lo stesso effetto della tromba suonata da un soldato del Settimo Cavalleggeri, nel film “Ombre Rosse”, soldati che salvano gli uomini della carovana dalla minaccia dei pellerossa. Sono ore più serene anche per Gattuso, che alla fine della partita ha cambiato i connotati. Biondi i capelli, azzurri gli occhi. Insomma, diventato principe dopo giorni da Calimero, piccolo e nero. Qualche ora di riposo per dimenticare un nefasto giovedì, poi San Siro ha ritrovato il suo guerriero, ma soprattutto un allenatore che presentato una squadra che ama il bel gioco, l’organizzazione fra i reparti, le trame più eleganti. Lo ripeto ancora. Teniamocelo stretto, gustiamo il suo lavoro ,in attesa che Gattuso urli alla panchina: ”Dentro Paquetá, tocca a te Zlatan!”.