Tante corse, nessun padrone: da Alex Sandro a Pellegrini, la fascia sinistra della Juve è un problema
ALEX SANDRO GIU’ DI TONO - Il brasiliano è giunto al settimo anno a Torino e il suo rendimento è inequivocabilmente al di sotto rispetto a quello dei tempi migliori. Allegri lo ha sempre difeso (anche dopo l’errore che è costato la finale di Supercoppa con l’Inter) e schierato nell’undici titolare, ma le perplessità della dirigenza sono più che evidenti. Il contratto è in scadenza nel 2023 e l’idea della società è quella di venderlo già dalla prossima finestra estiva per potersi liberare di un ingaggio pesante pari a 6 milioni di euro. Una scelta chiara e condivisibile, ma sarà dal mercato in entrata che la dirigenza dovrà trovare il giusto innesto in quanto le soluzioni interne provate da Allegri nel corso di questa stagione non possono rappresentare un’opzione significativa per il futuro.
LA ‘NORMALITA’ DI PELLEGRINI E DE SCIGLIO - Il tecnico bianconero sta alternando i due giocatori nell’ultimo mese visto l’infortunio al polpaccio che ha costretto Alex Sandro ai box, ma le prestazioni di entrambi possono essere catalogate solo in un’ottica di valide alternative per la prossima stagione. Il club è comunque soddisfatto del loro operato, prospettando a De Sciglio un rinnovo di contratto per i prossimi due anni a circa 2 milioni di euro a stagione, mentre per Pellegrini l’accordo è già a lungo termine con 1,3 milioni l’anno fino al 2025. Ma la diligenza, il rispetto delle consegne e la duttilità tattica, ingredienti importanti che sia De Sciglio che Pellegrini hanno sempre dimostrato nel corso della stagione con le rispettive 24 e 16 presenze, non possono essere ritenuti sufficienti per una squadra come la Juventus, che ha la necessità di alzare l’asticella della qualità fin da subito.