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D'Agostino: 'Sconfitta nei playout? Ogni annata ha la sua storia'
Di chi sono le colpe? "Ognuno deve prendersi le sue, di sicuro in campo ci andiamo noi giocatori. A Prato, ad esempio, dovevamo evitare di prendere 3 gol in un'ora. Era la partita della vita e avevamo dimostrato di essere superiori nella gara d'andata. Invece abbiamo preso tutte quelle reti in poco tempo e tutte su azioni manovrate. Bisognava avere tutt'altro atteggiamento, soprattutto perché avevamo sudato tantissimo per acciuffare quello spareggio, ma ormai è andata. A me resta il grande rammarico di non aver potuto giocare la gara di ritorno per una squalifica assurda. Per l'amore dei bambini ero il presidente di una scuola calcio, il tutto senza scopo di lucro. Anzi, ci rimettevo pure soldi. Però la giustizia sportiva lo vieta ed è giusto rispettare la legge. Però vorrei capire come ho fatto a essere squalificato all'ultima giornata dei play-out dopo aver patteggiato ben 3 mesi fa. E' una cosa che mi fa pensare."
Futuro ancora in campo? "Certamente. Finché mi sentirò utile alla causa continuerò a giocare. Da professionista, quest'estate valuterò tutte le situazioni, fermo restando che terrò in debita considerazione, per rispetto, un'eventuale chiamata della Lupa Roma. Conoscendo il presidente, non credo si accontenterà di disputare la Serie D. Spero che la Lupa, quindi, possa ambire al ripescaggio. Dopo proverò a diventare un allenatore. Se potessi scegliere, inizierei da una panchina Primavera o come collaboratore di un grande tecnico. Adesso, però, è ancora presto per parlarne."
Quali allenatori mi sono rimasti in mente? "Fabio Capello mi ha insegnato molto sia in campo che fuori. Poi impossibile non citare Pasquale Marino, quattro campionati condivisi con lui. Quest'anno, invece, ho avuto la fortuna di conoscere Agenore Maurizi. Mi domando come mai nessun club di categoria superiore abbia pensato a lui, meriterebbe una chance in cadetteria".