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    Cutro, il governo Meloni si pente e ammette: 'L’Italia ha bisogno di trecentomila migranti'

    Cutro, il governo Meloni si pente e ammette: 'L’Italia ha bisogno di trecentomila migranti'

    • Marco Bernardini
      Marco Bernardini
    L’intera squadra titolare di cui si compone il Cdm italiano è sbarcata al completo a Cutro, il paesino situato a dieci chilometri di distanza da Crotone che la storia del nostro Paese e quella dell’Europa hanno già dovuto archiviare come teatro di una tra le più grandi tragedie umanitarie del nuovo secolo. Settantadue morti ufficiali e chissà quanti cadaveri ancora in fondo al mare. Donne, uomini e tanti bambini. Tutti colpevoli di cercare la libertà loro negata dai regimi degli Stati dai quali stavano fuggendo.

    Così, dopo errori ed omissioni assortiti, accade che Maometto vada dalla Montagna per significare, come dice la leggenda, che da un disastro tal volta può anche sortire un miracolo. Probabilmente non siamo ancora ad un livello così alto e nobile, ma sicuramente l’atto voluto e attuato dal premier Giorgia Meloni con il trasferimento una tantum del suo Governo in Calabria possiede una valenza speciale sotto il profilo del messaggio che si porta appresso e che fa seguito di qualche giorno alla presenza e alle parole di Sergio Mattarella presente sulla stessa scena.

    Volendo credere alla mozione dei buoni propositi e sentimenti spogliamo l’evento istituzionale dalle vesti delle retorica che parrebbe indossare per astuzia populista e concediamogli il diritto all’onestà intellettuale. Così che la “visita” sul luogo della tragedia, figlia anche di qualche peccato commesso da chi non avrebbe dovuto, assume il tono usato da chi ha il coraggio di chiedere perdono con tutto ciò che, a fronte del lutto, le scuse possono valere.

    Ma questa volta c’è di più. Perché oltre la “gita del dolore” i ministri hanno anche operato per tentare di dare un senso di compiuta novità al gravissimo problema dell’immigrazione che sta lacerando anche politicamente l’Europa: emblematica, in proposito la relazione del ministro dell’Agricoltura Lollobrigida in quale, in sintesi, ha così fotografato la situazione: “Per dare la giusta spinta al settore agricolo italiano, carente di forza lavoro come non  mai, abbiamo la necessità di far arrivare almeno trecentomila migranti dagli altri Paesi e di inserirli come regolari”. Una dichiarazione potente che spalanca le porte su nuovi orizzonti, uno su tutti quello dell’inclusione regolata da paletti ben precisi come quelli della legalità, del diritto al lavoro dignitoso e delle pene certe per chi delinque. La strada, in partenza da Cutro, pare dunque segnata. Comunque è indicata, malgrado le resistenze cocciute di Salvini. E, visto che è un Governo di destra a pensare di poter attuare un programma sociale di sinistra, forse sta proprio qui il vero miracolo di Maometto e della Montagna.

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