Curreri, dedicata a Paulo Sousa: 'E adesso viola vinci tu per noi'
Qualcuno, in questi giorni di kermesse sanremese, aveva detto che capisco poco di musica. Può essere, ma se avete la bontà e la pazienza di andarvi a rileggere le pagelle della prima serata, potrete notare che il voto più alto insieme con il giudizio complessivamente più meritevole l’avevo riservato alla canzone “Un giorno mi dirai” e al suo autore-interprete Gaetano Curreri degli Stadio. Se poi avevo esagerato, come effettivamente ho fatto con Elio era stato soltanto perché lo zibaldone del non sense presentato all’Ariston dal gruppo milanese era completamente al di là del bene e del male. Sicchè da zero a dieci avevo deciso per il dieci per premiare il coraggio spudorato della folle genialità.
Invece, non è che capiti di frequente al Festival, la sessantaseiesima edizione è stata vinta dalla canzone più musicalmente intrigante e più suggestiva come testo.Un motivo che mi ha riportato indietro, anche per sceneggiatura” a quella mitica “Dimmi chi erano i Beatles” il primo e autentico capolavoro degli Stadio. Curreri, specie quando è sostenuto dal suo amico Vaco Rossi, è in grado di emozionare come pochi. Un successo che Gli Stadio meritavano a prescindere per quel loro essere al fianco di noi ex ragazzi e contemporaneamente a quello dei giovani di oggi. Il valore e la genialità, alla fine, pagano sempre e non hanno età. Tant’è, la loro griffe di Stadio resiste dalla notte in cui i ragazzi del gruppo aspettavano seduti sui gradini della chiesa in Piazza Maggiore, a Bologna,la consegna dei quotidiani all’edicola. Era un rito irrinunciabile. Con loro che stavano discutendo su come chiamare la loro band, c’era l’amico inseparabile Lucio Dalla: “Voi con la vostra mania per il pallone soltanto Stadio potrete chiamarvi”. Già, la testata del quotidiano sportivo dove si parla tanto di Bologna e Fiorentina. E così fu.
In ogni caso la cifra migliore per annotare la memorabil serata passata è data dal fatto che calciofili e melomani sono stati messi d’accordo per l’unicità psingolaredei due grandi spettacoli. Notare il labiale di Curreri (foto gazzettadimodena.gelocal.it) quando rivolgendosi a Carlo Conti gli fa: “Io sinceramente avrei preferito essere sicuro che domani la nostra Fiorentina batte l’Inter”. Magari non era così vero, ma il naso non è cresciuto a Gaetano che poi replica a voce e alta e ufficialmente: “Il nostro trionfo di Sanremo lo vogliamo dedicare a Paulo Sousa, il nostro fior di allenatore che se i Della Valle fanno andare via sono dei pazzi”. Non vi è dubbio, dopo la musica per Curreri esiste la Fiorentina pur essendo lui romagnolo. “Ma da ragazzino ero in collegio a Vignola dive tutti tifavano per i viola. Così nacque la mia passione e oggi mi sento uno della Fiesole”. E ieri non era solo. Carlo Conti, Panariello, Pieraccioni e lui. Profondo viola. Non c’era partita. Si attende replica tra poche ore da Firenze.