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Ct Nigeria: 'Osimhen non ha avuto un grande impatto, ma ha lavorato per la squadra. Due-tre non al meglio'
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“E’ stata un’esperienza fantastica", esordisce Peseiro. "E’ stata la mia prima Coppa d’Africa. Alcuni miei colleghi mi avevano detto che è un torneo diverso da tutti gli altri, il contesto cambia. E’ una cosa che ho sentito, ho provato tante emozioni. L’entusiasmo del pubblico è unico e c’è stata una bella competizione. Tutte le squadre e tutti i giocatori hanno dato il massimo per il proprio Paese e il calcio africano ha saputo mettere in mostra tutte le sue qualità. C’era tanta pressione sulle varie Nazionali, una pressione imposta non solo dai tifosi ma dai rispettivi Paesi”.
ASPETTETIVE - “Dal primo giorno in cui sono stato chiamato dal presidente della Federazione ho pensato che potessimo vincere. Ho visto la squadra e le partite che aveva giocato la Nigeria ed ho detto a tutti che volevo vincere la Coppa d’Africa perché ne ero convinto. Ci credevo io, ci credeva il mio staff, ci credevano i giocatori ma non la gente al di fuori. Sono felice perché abbiamo fatto un lavoro fantastico arrivando in finale. Abbiamo dimostrato che la Nigeria è ancora una delle migliori Nazionali del continente. Sono però ovviamente anche triste perché abbiamo perso”.
LA FINALE - “La Costa d’Avorio è stata per tre volte vicina all’eliminazione, ma ha sempre evitato il peggio. E’ arrivata più libera in finale. La squadra non era sotto pressione come ad inizio torneo. Inoltre giocava in casa e il giorno della finale allo stadio c’era un’energia unica. Abbiamo perso e forse non è stata la nostra prestazione peggiore. Nelle gare precedenti abbiamo sempre tenuto il controllo e creato tanto, ma in finale siamo stati penalizzati dall’atmosfera. Abbiamo perso troppe palle e due o tre dei nostri calciatori non hanno giocato al loro livello”.
OSIMHEN - “Non mi piace parlare troppo delle prestazioni individuali, preferisco parlare di prove collettive. Però, Victor Osimhen non ha avuto un grande impatto; ha tuttavia svolto un grande lavoro per la squadra. Tutti parlano della sua capacità nel chiudere un’azione, ma non si parla abbastanza di quello che fa per la squadra”.
FUTURO - “Il mio contratto scade tra due giorni, ho ricevuto tante offerte ed ho avuto contatti con Nazionali e squadre di club. Direi cinque, sei o sette in tutto. A tutti ho fatto sapere che ho bisogno di riposarmi e che alla scadenza del contratto inizierà a pensare ad altri progetti e a prendere decisioni sul mio futuro. Per ora ho bisogno di prendermi una pausa e di stare calmo. Ascolto già che mi viene offerto e valuto se mi piace o meno. Vorrei vincere il Mondiale, lavorare in Inghilterra o in Brasile… Sono già stato in tanti Paesi, nove in quattro continenti. Tutte le esperienze che ho avuto, mi sono piaciute. Ci sono state connessioni ed emozioni anche nelle squadre con le quali non abbiamo ottenuto buoni risultati. Mi piacerebbe continuare a lavorare dove si punta al successo. Continuerò a lavorare perché amo il calcio”.