Cska-Roma, Dzeko: 'Sottovalutiamo la Serie A. E su Schick...'
Tutti siamo alla ricerca dei motivi di questa differenza di rendimento tra campionato e Champions. Può darsi che in Europa trovate spazi che in Italia non ci sono?
È difficile da spiegare, in Champions ultimamente abbiamo fatto molto bene. Anche quest’anno solo a Madrid non abbiamo fatto la nostra partita. In generale siamo sempre presenti. Forse perché in Champions ci sono poche partite e in ogni gara devi giocare al meglio. In A devi fare lo stesso, forse ogni tanto si pensa che in A, contro squadre come Bologna, Chievo e Spal, ci lasciano vincere facile, ma non è mai facile. La Serie A è molto difficile e tattica, devi dare sempre il 100% per vincere.
Rovesciando positivamente il momento, è presto o percepisci che in Champions le cose stanno andando con le sensazioni dello scorso anno?
L’anno scorso abbiamo visto tutti quanto è bello giocare in Champions, arrivare in semi è ancora più bello. Se domani vinceremo, significherebbe passaggio del turno. Per questo è più importante. Si aspetta sempre la Champions, poi arriva e tutti dobbiamo dare sempre tutto. Non dico che arriveremo in semifinale, ma vogliamo fare del nostro meglio e vincere più partite possibili.
Con la Roma hai segnato tantissimo, soprattutto in Champions. A volte sembri avvertire il peso di questa responsabilità. È più motivazione o più responsabilità? Un po’ tutti e due. Sono il primo responsabile dei gol, quando non li faccio sono il primo io a non essere contento. Ultimamente segno più in Champions, ovviamente devo migliorare anche io perché ultimamente ho sbagliato troppo. Quando sbaglio sono il primo a non essere contento, ma penso sempre a migliorare e non guardo indietro.
Cosa serve a Schick per fare il salto di qualità?
Io mi ricordo il mio primo anno, anche se Patrik è più giovane. Tutti abbiamo visto che Patrik sa fare gol e sa fare belle partite. Lui deve iniziare da se stesso, deve dare sempre di più sia in allenamento che in partita. Ogni tanto non ha avuto nemmeno fortuna. Col Frosinone se avesse segnato sarebbe cambiato tutto. Con un gol può cambiare tanto.
Al primo anno a Roma dicevano tutti che eri troppo buono, ora in campo sei più cattivo e determinato. Ogni tanto il nervosismo ti condiziona. Sei diventato più cattivo?
Sono ancora buono, non ti preoccupare (ride, ndr). È difficile cambiare. Avere più cattiveria in campo è una cosa diversa, ma nessuno pensa al fatto che non mi faccia piacere perdere. Sono nervoso anche per questo. Non è stato l’inizio di campionato che volevamo. Non mi piace mai perdere. Come mi dice sempre il mister, quando perdo la testa perdo 5-10 minuti. Quando mi arrabbio mi fa anche bene, c’è un’altra forza che viene e mi fa bene.
Se non sbaglio, questa è la tua quarta partita contro il Cska Mosca. Come sono cambiati i russi da allora?
Ne ho giocato 2 col Wofsburg, 2 col City, e questa è la seconda con la Roma. Solo una volta ho perso, ed era in questo stadio. Sicuramente il Cska è cambiato molto, credo che l’unico rimasto sia il portiere. C’era una difesa a 3 con due fratelli che non ci sono più. È una squadra molto giovane che sa vincere le grandi partite come abbiamo visto col Real. Dobbiamo dare il nostro meglio per fare bene.