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Cska Mosca-Roma, le pagelle di CM: Pellegrini straripante, Kluivert di classe
Santon 5,5: Gioca stretto per far restare ai margini la trequarti russa e quindi limitando di molto la fase di spinta. Svolge come al solito il compito con una maturità che a Milano hanno visto raramente. Nella ripresa però David torna meneghino e si fa beffare come un esordiente da Sigurdsson.
Manolas 7: L’uomo dei sogni rimette il suo nome nel tabellino nel giorno del pass virtuale per gli ottavi con un colpo di testa che infrange il gelo di Mosca. Poi è chiamato a lasciare intatta la zona intorno a Chalov e Oblyakov seppur con qualche fatica. La sua presenza da sola riscalda più di una boccia di Vodka nel bel mezzo del gelo siberiano.
Fazio 6,5: Scrive un manuale di gioco aereo e lo consegna a Chalov come regalo di addio. Di testa il Comandante non sbaglia un colpo, e quando il russo prova ad allungare la squadre si ritrova spesso a sbattere contro il petto dell’argentino. Sfiora il tris nella ripresa.
Kolarov 6: Cerca di spegnere subito le fanfare russe con un paio di strappi old style, ma col passare dei minuti presta il fianco a Oblyakov costringendo Kluivert a ripiegamenti inaspettati. Troppi grammi di leggerezza pure quando Akhmenov spezza in due la difesa romanista. Meglio in fase di spinta.
Nzonzi 6,5: Quel prato gli ha regalato la gioia più bella della sua carriera. Se ne frega del freddo e percorre a mezze maniche la mediana giganteggiando e mostrando una maggiore scioltezza rispetto ai lenti ritmi della serie A. Prezioso pure nel possesso palla quando c’è da rifiatare un po’.
Cristante 6: Vlasic indovina subito dove la ferita più in evidenza e cerca di farla sanguinare il più possibile. Bryan, in un ruolo non suo e questo va detto, è pure stasera il giocatore che lascia maggiori perplessità sia in fase di impostazione che in quella di copertura. Col passare dei minuti capisce che la semplicità è la via più facile per tamponare il taglio, ma non sempre basta il compitino. Da un tiro sbagliato nasce l’assist per Pellegrini. Non si dica che è sfortunato.
Florenzi 6: Gioca alto, per modo di dire. Alessandro infatti si alterna con Santon per non alterare gli equilibri. Quando ha l’occasione per chiudere i giochi, però, cade dai pattini in maniera quasi comica. Alza la linea del pressing nel finale e strappa la sufficienza col solito sacrificio. Va dato atto a Eusebio: due partite da esterno alto, due vittorie. (43’st Jesus ng).
Lo.Pellegrini 7,5: Nelle ultime settimane non si sposta una pietra senza il via libera di Lorenzo. Dopo nemmeno dieci minuti disegna la traiettoria per la testa di Manolas, poi alterna martello e sciabola tra le linee mostrando una personalità sempre più matura. E nella ripresa chiude i giochi di qualificazione (o quasi) col primo gol in Champions della sua carriera in crescendo. Ormai gioca col metodo Stanislavskij. Straripante. (36’st Zaniolo 6: dieci minuti di furore)
Kluivert 7: Parte senza fumo e con tanto arrosto. Il profumo di buono si sente per tutto il campo con grande felicità di Di Francesco. Quando però decide di togliere il coperchio a far cascare tutto è Florenzi. L’assist per il capitano è da palati fini. Si rimette all’opera servendo altri piatti gourmet e costringendo Magnusson al rosso. E’ il Willy Wonka romanista, peccato che i suoi cioccolatini non sempre sono ben accetti. Più elettrizzante di uno shottino di vodka. (25’st Under 5,5: congelato)
Dzeko 5,5: Il Mister Edin di campionato fatica a trasformarsi nel dottor Dzekyll di Champions. Il bosniaco è bravo ad aprire qualche spazio ma fatica da matti a gestire il pallone e nel primo tempo fa registrare un vuoto cosmico nel settore “conclusioni in porta” se si esclude un tiraccio altissimo su respinta maldestra di Akinfeev. A inizio ripresa impiega troppo tempo a chiudere un bel triangolo in area moscovita. La rabbia dov’è?
Di Francesco 6,5: L’impatto sulla gara è quello giusto, e senza l’erroraccio di Florenzi la partita sarebbe finita molto prima. Poi però la Roma si è sciolta lasciando campo a un Cska nemmeno troppo irresistibile. Il rosso a Magnusson è un manna dal cielo. Va detto che in Europa si registra un aumento di personalità innaturale rispetto al campionato. Perché?
CSKA MOSCA
Akinfeev 5: Cerca farfalle sul cross di Pellegrini alimentando la fama di Paperone a intermittenza. Indeciso pure su altri interventi e attendista in uscita su Pellegrini.
Fernandes ng : Kolarov lo stordisce in tutti i sensi. Esce dopo 9 minuti a seguito di un duro scontro col serbo. (11’pt Schennikov 5,5: si divora il gol del pareggio)
Beçao 6: All’andata fu disastroso, stasera sbaglia poco o nulla mostrando pure buone doti in impostazione.
Magnusson 4: Partecipa al caos in area piccola sul gol di Manolas, ma argina bene Dzeko per un’ora buona. Poi arriva l’erroraccio in scivolata che provoca un rosso sanguinoso e sacrosanto.
Nababkin 5,5: Si vede poco, ma non demerita e quando ha la possibilità prova a spingere. Questo vale solo quando Kluivert decide di non tormentarlo.
Akhmetov 7: Il meno appariscente, ma appena ha il varco costruisce l’azione per il pareggio con una facilità eccessiva. (31’ Koshonov ng)
Bijol 5: Sorprende vederlo dal primo minuto, e si sorprende quando Kluivert lo beffa in un paio di occasioni. Accumula errori su errori pure nella ripresa.
Oblyakov 6,5: E’ l’uomo più in palla del Cska e costringe spesso Kolarov sulla difensiva. E’ pure il giocatore che va più vicino alla porta di Olsen nel primo tempo.
Vlasic 5,5: Meno appariscente rispetto all’andata, tiene comunque alto il raggio d’azione della trequarti russa. Senza provocare rivoluzioni.
Sigurdsson 6,5: Meno famoso rispetto all’omonimo della nazionale islandese, ma il taglio e la stoccata per l’1-1 sono da piccola stella. Esce per ragioni tattiche. (19’st Chernov 6: può poco con la squadra in dieci)
Chalov 5,5: Stesso compito dell’andata ovvero allungare la squadra e provare e tenere bassa la retroguardia avversaria. Ci riesce poco e male.
Gonchrenko 6: Rinuncia a Dzagoev a malincuore, e mostra i soliti difetti difensivi visti pure all’andata. Dalla cintola in giù però il Cska gioca discretamente bene. Magnusson gli scombina i piani di rimonta. Pure in 10 però i suoi ragazzi non mollano.