Calciomercato.com

  • Cruz: 'Spalletti, l'Inter è obbligata ad essere l'anti-Juve. Modric in nerazzurro poteva fare come CR7 in bianconero...'

    Cruz: 'Spalletti, l'Inter è obbligata ad essere l'anti-Juve. Modric in nerazzurro poteva fare come CR7 in bianconero...'

    “Ho letto, ho letto. E ho anche visto Inter-Torino. E quindi? E quindi Spalletti può dire, pensare e sviare quanto vuole, ma l’Inter deve, e sottolineo deve, essere l’anti-Juve”. Ecco la sentenza del Jardinero Julio Ricardo Cruz, doppio ex di Bologna e Inter che ha parlato alla Gazzetta dello Sport in vista del match di sabato: “A Bologna ho ancora banca e commercialista... E una volta all’anno torno lì, passando da Milano”. 


    Vive a Buenos Aires e lui, centravanti di qua e di là, due dritte sa darle. Può darle.
    Cruz, ripartiamo da Inter-Toro.
    “Inspiegabile. Errori dei singoli compresi. L’ho guardata dall’inizio alla fine quella partita: volavano prima, si sono affossati dopo. Com’è possibile, dopo un inizio così veloce e sicuro, appiattirsi in quel modo?”.


    Condizione atletica. Torino. Mancanza di... Modric.
    “Ah beh. Modric è di un’altra categoria. Messo lì in mezzo avrebbe potuto fare come Cristiano Ronaldo farà con la Juve: il vuoto. Mi sarebbe piaciuto vedere Luka in mezzo al campo: l’Inter sarebbe stata una squadra competitiva al cento per cento”.


    E adesso a che altezza è: all’ottanta, novanta, settanta?
    “Non posso saperlo io. La cosa certa è che se vuoi vincere lo scudetto, beh, partite del genere le devi vincere. Ho visto un bel Torino, sia chiaro, ma prenda il Napoli dello scorso anno o di due anni fa: non vinceva gare che doveva far sue, lo scorso campionato ha sbancato lo Stadium, ma per i punti che ha perso contro le meno grandi è arrivato secondo”.


    Onestamente: crede che l’Inter sia l’anti-Juve o che debba esserlo a prescindere.
    “Entrambe. Quando ero all’Inter il punto era questo: il derby è contro la Juventus, poi è vero che c’è il Milan, ma la rivale è la Juventus. Devi dare anche questi segnali. L’Inter deve essere l’anti-Juve, ripeto, e Spalletti può pensare quel che vuole ma il concetto su cui lavorare è quello. Anche perché sarebbe ora che l’Inter tornasse a battagliare in cima. Non succede da otto anni praticamente”.


    Per sabato potrebbe rientrare Nainggolan, nel Bologna fuori il suo connazionale Palacio.
    “Mi dispiace per il Bologna e per Rodrigo che è stato anche interista e del quale i miei amici bolognesi parlano benissimo. Speriamo in Destro. Quanto a Nainggolan, che dire: può essere l’allacciamento giusto fra i due reparti, oltre che un combattente inesauribile”.


    Lautaro Martinez fa fatica: tutto comprensibile, è un ragazzo in un mondo nuovo.
    “Il Lautaro che ho visto in Argentina è un giocatore fortissimo. Letale, sicuro. Ma è fin troppo chiaro che l’ambientamento fra calcio sudamericano ed italiano si paga. Per forza”.


    Anche lei sembrava un po’ sceso da Marte in quel primo anno a Bologna.
    “Io ho fatto una grandissima fatica. La squadra andava a destra e io a sinistra, indietreggiava e io sparivo dall’altra parte. Lo ammetto, di questo è capitato di parlarne coi miei amici. Per fortuna ho avuto Guidolin, che mi ha insegnato tantissimo di calcio italiano. Anche quando non stavo bene mi sosteneva, mi allenava, mi faceva capire. E poi pensi che io arrivavo dal Feyenoord, quindi non dall’Argentina, ma era un altro tipo di calcio. Quando arrivai mi fece subito perdere 10 chili, anche se non penso sia questo il problema di Lautaro. Comunque: avendolo visto in azione in Argentina, spero veramente che possa trovare in Spalletti quel maestro che per me è stato Guidolin”.


    A Bologna, intanto, soffrono di mal di gol.
    “Potrei presentargli mio figlio: Juan Manuel, 18 anni, prima/seconda punta come me, è stato aggregato già alla prima squadra del Banfield, il club nel quale abbiamo iniziato a giocare io e Javier Zanetti. È bravo, anche fisicamente mi assomiglia, secco secco ma va dappertutto. E segna”.


    I tifosi si sono innamorati (al buio, per ora) di Santander, detto «El Ropero», paraguaiano.
    “Bologna è così: ti vede dare il massimo, magari sbagli tre palloni ma ti amano lo stesso. Forse è questa la medicina giusta per sbloccarsi. Un consiglio? Impari subito il... bolognese”.


    Contento che Icardi sia tornato con l’Albiceleste?
    “Contentissimo. È un campione, ed è giusto che venga convocato. Le partite che fece in passato non andarono bene, e in Argentina ti segano subito se non funzioni. Ma lui saprà funzionare, come nell’Inter”.


    E Pippo Inzaghi allenatore come lo vede?
    “Mi fa molto piacere che sia tornato in Serie A. Fra l’altro conosco anche la sua famiglia, una bellissima famiglia. Pippo vive per il risultato come viveva per il gol: serve pazienza. Il campo lo conosce, il calcio è roba sua”.


    La classifica l’ha vista anche lei: Inter e Bologna hanno un punto. Chi perde entra in un mare di guai.
    “A me il pareggio va bene per l’affetto che ho per tutte e due”.


    Non va bene alle due squadre.
    “Diciamo che andrebbe molto meno bene all’Inter…".


    Chiosa molto argentina: nonostante tutto Messi è ancora più forte di CR7?
    “E’ sempre lui il più forte. E anche l’altro lo sa”.
     

    Altre Notizie