Nel gioco dei paradossi ci può stare tutto, anche che una squadra ultima in classifica si presenti a San Siro, alla “Scala del Calcio”, con delle buone chance di far punti. E’ quanto successo al Crotone che, complice il periodo di appannamento societario e tecnico dell’Inter, alla vigilia non aveva nascosto le sue velleità di fare risultato in casa di una grande. I paradossi, almeno in questo caso, hanno lasciato spazio alla logica e i sogni di gloria calabresi si sono spenti sotto i colpi di Perisic e Icardi. Nonostante la sconfitta, un’altra bella figura per la banda rossoblù che ha ceduto nuovamente nei minuti finali, una cattiva abitudine che sembrava esser stata abbandonata. Le statistiche che riguardano i pitagorici, in questo senso, sono impietose: se le partite durassero dai 45’ ai 60’ i crotonesi sarebbero in piena lotta per un piazzamento in Europa League.Un paradosso. Le gare di A, soprattutto quelle contro le big, vanno giocate con il coltello tra i denti fino al triplice fischio finale e senza dimenticare di affrontarle da provinciale. I ragazzi di Nicola questo l’hanno fatto fino ad un certo punto ieri, difendendo con ordine per lunghi tratti del match ma crollando rovinosamente quando è subentrata la consapevolezza che l’impresa stesse maturando. Errore fatale che ha portato alla nona sconfitta su dodici gare ed al 24° gol subito, due ogni 90’. I contemporanei scivoloni di Pescara e Palermo rendono il boccone meno amaro e la salvezza ancora possibile, anche se ora l’Empoli quartultimo dista cinque punti. Se dalla cintola in giù le cose, per gran parte della disputa, hanno funzionato, davanti si è registrata l’ennesima battuta d’arresto che ha confermato come la fase offensiva rossoblù trovi molte difficoltà quando si incontrano avversari di livello superiore. Un problema non solo di uomini, che a gennaio per forza di cose dovrà essere affrontato, ma soprattutto di mentalità: con l’Inter così appannata si poteva, e doveva, osare un po’ di più in zona gol. Sta di fatto che Milano agli “squali” resta proprio indigesta: le sconfitte, come i match, salgono a due comprendendo anche quella amarissima dello scorso anno contro il Milan, nei sedicesimi di finale di Tim Cup, materializzatasi solo ai tempi supplementari. Se ci si volta indietro ci si rende conto che sono altre le prestazioni per cui recitare il "mea culpa"; resta comunque il rimpianto per non aver approfittato neanche un po' di un “biscione” così in crisi di risultati e idee. Pazienza, non sono certo queste le gare su cui puntare per raggranellare punti: i paradossi, come la logica impone, sono solo delle eccezioni.