Crotonemania: questa stagione è solo un caso?
È un caso che l’allenatore sia rimasto in sella anche dopo diciannove sconfitte stagionali? È un caso che la squadra abbia battuto tutti i record in negativo della massima serie? È un caso che le prime avversarie dei rossoblù, Pescara e Palermo, abbiano deciso di cambiare guida tecnica a causa degli scarsi risultati? È un caso che a gennaio, quando tutte le concorrenti alla salvezza correvano ai ripari rinforzandosi pur tra mille difficoltà, Ursino riusciva a portare a Crotone solo calciatori totalmente impreparati per la A? è un caso che proprio durante l’ultima giornata di mercato si siano trattati ben dodici giocatori, ricevendo altrettante porte in faccia, girando a vuoto per tutto il resto della sessione? È un caso che le polemiche sull’ampliamento dello “Scida” non si siano ancora placate? E infine, è un caso che il vicepresidente Gualtieri, che ha legato il Crotone alla sua vita forse più dell’attuale dirigenza, si sia dimesso nel bel mezzo di una stagione così importante?
Solo due possono essere le spiegazioni possibili. O la dirigenza è la più sfortunata della storia del calcio, perché incapace di stare a certi livelli si è affidata alla casualità, al fato, e tutto è andato storto, o dietro i fallimenti di quest’anno c’è forse la volontà ben precisa di tornare subito in cadetteria. Anche a un neofita della materia avrebbe preso provvedimenti dopo l’imbarazzante unico punto realizzato nelle prime nove giornate. D’altro canto la serie A presuppone esborsi economici che l’amore per la maglia non può giustificare. Sarà un caso? Tanti, magari troppi, i dubbi che pervadono la mente all’alba dell’ennesima partita persa, ma che certamente meriterebbero delle spiegazioni. Intanto si resta appesi ai risultati negativi della concorrenza, le uniche cose che mantengono in vita il Crotone in questa strana “non” corsa salvezza.