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Crotonemania: quel record che ancora mancava
Il Crotone continua a vivere di folate, di giocate estemporanee e se Palladino, l’uomo di maggior talento, viene a mancare, la fase offensiva diventa nulla: i gol si possono contare sulle dita di una mano e raramente sono stati frutto di un’azione ben congeniata. Il fatto, poi, che quasi sempre il migliore in campo per i crotonesi sia stato il portiere la dice tutta sulla tenuta del reparto arretrato e sul filtro a centrocampo. Mettendo per un attimo da parte i noti limiti tecnici dell’organico, quello che più colpisce è la mancanza di carattere. Il Crotone non lotta, non gioca da provinciale, non è organizzata come una provinciale, tutto sembra essere affidato al caso; e l’ultimo posto in classifica, infatti, non è un caso. Giocatori senza mordente che al primo gol preso vanno in black out e una guida tecnica che, evidentemente, non ha saputo trasmettere la giusta cattiveria agonistica: questo il quadro generale del momento. Quando le cose non vanno in una squadra di calcio, il primo a pagare, purtroppo, è sempre l’allenatore e una dirigenza all’altezza ha il dovere di rivedere determinate scelte iniziali. Da qui alla fine ne deve passare ancora tanta di acqua sotto al ponte, ma quando verrà data la scossa? Quando la situazione sarà ormai irrecuperabile?
Qui, invece, la panacea di tutti i mali sembra essere diventato lo stadio. I numeri parlano chiaro, certo, Il Crotone ha costruito le sue salvezze e la miracolosa promozione dello scorso anno tra le mura amiche. Solo chi ha giocato allo “Scida” può conoscere la reale entità dell’adrenalina e della grinta trasmessa da quegli instancabili tifosi, ma un particolare da non sottovalutare è che nella stragrande maggioranza di quelle partite vinte il Crotone è stato anche più bravo e più organizzato dell’avversario. Il supporto della gente può spingerti fino ai limiti estremi delle tue possibilità, ma se manca la voglia di fare l’impresa la montagna resta lì ad aspettare di essere scalata. Alcune volte dovremmo ricordarci che il calcio è ancora quello sport dove vince, fortunatamente non sempre, il più forte.