Prendere il toro per le corna. È questo l’arduo compito che il Crotone dovrà portare a termine positivamente nella 13^ giornata di campionato se non vuole rischiare di essere “incornato”, o meglio estromesso, dalla corsa salvezza. Il Torino è la peggiore avversaria che potesse capitare in questo momento ai calabresi, non solo per la superiorità dell’organico granata e l’ottimo stato di forma che sta attraversando, ma soprattutto per la capacità della squadra di Mihajlovic di non far giocare le rivali. Nelle 12 gare precedenti sono state veramente pochissime le battute a vuoto della compagine piemontese che quando è in giornata è in grado di mettere in campo una potenza di fuoco non certo indifferente (per info chiedere a Bologna, Palermo e Cagliari). È proprio la fase offensiva granata quella che spaventa di più, una manovra che non si affida solo ai 18 gol totali del trio Falquè-Belotti-Ljajic ma anche agli inserimenti di Benassi e Baselli, gli assi nelle maniche del tecnico serbo quando le difese sono troppo chiuse. Nei pitagorici si dovranno rivedere quell’attenzione al particolare e quella concentrazione proposte per tutta la partita contro il Chievo ma scemate fatalmente nei dieci minuti finali di “San Siro” con l’Inter. Va da sé che scendere in campo molli e senza il piglio giusto, come successo in tante gare, non porterà da nessuna parte, tantomeno con rivali tignosi come i granata. Un piccolo alleato dalla parte rossoblù potrebbe essere lo “Scida”, dove sono stati raccolti tre dei cinque punti raggranellati finora in Serie A. Difendere bene non significa rinunciare ad attaccare. A Milano si è visto (o meglio non si è visto) un Crotone totalmente inerme dalla trequarti avversaria in poi. Proteggere un preziosissimo 0-0 per ottanta minuti ha comportato l’assoluta mancanza di una trama d’attacco, che ha contato solo 4 tiri nello specchio avversario. Ormai abbiamo capito che per Nicola, soprattutto dopo gli spavaldi esperimenti iniziali, prima di tutto è importante non prenderli e poi, se capita, farli; ma fino a che punto potrà essere produttivo quest’atteggiamento? C’è da rammentarlo, ogni tanto, che per restare in A le partite si devono vincere e per farlo, logica vuole, si deve segnare. Perciò, nell’ormai rodato 4-3-3, le chiavi dell’attacco saranno assegnate a Falcinelli, Palladino e Trotta, con gli ultimi due più defilati rispetto al primo; in mediana Capezzi sarà l’uomo d’ordine, Rohden e Barberis quelli incaricati di distruggere e ricostruire; davanti a Cordaz, infine, i giocatori che al momento danno più garanzie: Rosi, Ceccherini, Ferrari e Mesbah. L’immaginario collettivo vuole che il colore rosso mandi su tutte le furie il toro; speriamo che il rossoblù gli sia meno antipatico.