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    Crotonemania: non c'è più tempo, se Stroppa non si adatta alla categoria bisogna cambiarlo.

    Crotonemania: non c'è più tempo, se Stroppa non si adatta alla categoria bisogna cambiarlo.

    • Antonio Franco
     Ormai si fa fatica anche a scrivere. E’ sempre la stessa storia, fare l’analisi della situazione in casa Crotone è ormai diventato una monotonia. Come ho già scritto più volte, ultima qualche giorno fa dopo la sfida con l’Inter: il Crotone è vivo dal punto di vista del gioco, della manovra, ma c’è qualcosa che non va.
    Stroppa? Si. La rosa? Si. La società? Si.
    In teoria tutto va bene, in pratica tutto va male. Significa che, come ho già detto e ridetto, Stroppa a mio avviso è un ottimo allenatore e sono sempre più convinto che da qui a qualche anno lo ritroveremo ad allenare una grande squadra. Ha la mentalità per quel tipo di calcio. Deve però capire che bisogna adattarsi alle esigenze di una squadra: il Crotone ha i mezzi per affrontare a viso aperto chiunque? No! Non lo dico io, sono i numeri e i nomi a parlare. La rosa è costruita per tentare la salvezza, perciò non poi concedere spazi a squadre come Inter, Roma, Napoli, Lazio etc, è andata bene una volta contro la Juventus, ma non è sempre festa.
     
    Insomma bisogna cambiare modo di giocare, bisogna adeguarsi alla categoria e alla qualità a disposizione. Se Stroppa non ha intenzione di cambiare modo di giocare e mentalità di affrontare le partite allora è il caso di cambiare di cambiare guida tecnica. E’ forse la prima volta che lo scrivo, ho sempre avuto fiducia in quest’allenatore e nelle sue qualità, è chiaro però che non è propenso a cambiare il suo modo di giocare e alla fine a pagare sarà soltanto la società con una retrocessione già scritta. Ovviamente anche la rosa va rivista, alcuni elementi non si sono mostrati all’altezza del campionato e c’è bisogno soprattutto di esperienza, di gente abituata a giocare nella massima Serie. La classifica è corta, il tempo è ancora lungo ma bisogna prendere provvedimenti immediati. Io ci credo, ma ci deve credere anche la società.
     

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