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Crotonemania: nel nome di Omoijuanfo
NOMI IMPOSSIBILI. Ohikhuaeme Anthony Kwoeme Omoijuanfo, per i tifosi semplicemente Ohi: è lui il nome nuovo (anche se impronunciabile) per l’attacco pitagorico. Per metà nigeriano e per l’altra norvegese, l’attaccante classe ’94, dallo scorso 13 giugno anche nel giro della nazionale maggiore scandinava, è capocannoniere della Eliteserien con 11 centri in 16 apparizioni e leader indiscusso dello Stabaek, attualmente quinto in graduatoria. Il talento ha la testa da nordico ma il sangue africano: è agile, veloce, roccioso e poi ha quella grande capacità di far reparto da solo. Nessun problema di convivenza con Budimir, anzi; non è difficile che il suo allenatore, Toni Ordinas, lo schieri dietro ad un’altra prima punta. Per movenze e capacità di “occupare lo spazio” Omoijuanfo assomiglia molto al primo Amauri, quello esploso al Chievo e poi al Palermo, per intenderci. Destro, sinistro o di testa non fa differenza, basta fargli arrivare la palla al momento giusto e lui capitalizza. Almeno in Norvegia. Un colpo che se venisse realizzato ricalcherebbe quello di Simy: anche lui nigeriano, anche lui bomber in un campionato minore, anche lui con un nome completo (Simeon Tochukwu Nwankwo) che farebbe andare in analisi qualsiasi addetto all’anagrafe. Alla fine, con i decisivi gol alla Samp e al Torino, Simy ha messo la sua firma indelebile sulla salvezza dei calabresi, riabilitando ¾ della stagione di assoluto anonimato. La speranza di chi lo prenderà, Spal compresa, è che in questo si somiglino un po’ di meno. Perplessità? Ironia? Meglio dare una chance a un giovane nostrano? Alla luce di quanto successo lo scorso anno, la parola d’ordine deve essere una: fiducia.