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Crotonemania: lo sfogo di Nicola? Fumo negli occhi dei tifosi
Tanto rammarico e frustrazione per una stagione che, nella realtà dei fatti, non ha mai dato dimostrazione di poter decollare. Dalla scarsa capacità di interpretazione della partita a impieghi un po’ troppo fantasiosi (non ultimo quello dell’enigmatico Dussenne a Napoli), Nicola non ha saputo plasmare la creatura rossoblù a sua immagine e somiglianza. O forse si, visto che il pedigree dell’allenatore conta soprattutto retrocessioni ed esoneri. A suo sfavore giocano le 21 sconfitte in campionato e quel penultimo posto in classifica al quale sembra quasi non si voglia rinunciare. Quello che più ha pesato è sicuramente l’immobilismo tattico che ha suggerito modifiche strutturali solo dopo filotti interminabili di disfatte: soltanto il misero punto racimolato nelle prime nove giornate, con conseguente titolo di peggior matricola di sempre, ha fatto capire che la difesa a tre, così come ereditata da Juric e confezionata su determinati uomini, non era sostenibile. Dietro ad un modesto allenatore, purtroppo, c’è una modesta società, che non ha saputo reggere l’urto con il calcio dei grandi e non ha dato man forte alla squadra durante le sessioni di mercato.
I rigori di ieri, che potevano anche non essere fischiati, e altri episodi negativi passati, non possono rappresentare quel fumus persecutionis in grado di inclinare irreparabilmente il piano della permanenza in A. Gli errori li commettono tutti e quest’anno, a Crotone, nessuno è senza macchia.