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  • Crotonemania: la Serie A di Cosmi è senza coraggio, con quale criteri si giudica da Serie A?

    Crotonemania: la Serie A di Cosmi è senza coraggio, con quale criteri si giudica da Serie A?

    • Antonio Franco
    “Sono convinto che la Serie A sia il mio campionato”, così parlava Serse Cosmi nel post gara di Crotone – Verona che era già un segnale evidente di un addio imminente. Ma che significa essere un allenatore da Serie A? Io penso che per allenare in Serie A prima di tutto ci vuole coraggio e Cosmi, purtroppo, ne ha dimostrato poco. Certo, ha preso una squadra ultima in classifica con una retrocessione già certa, ma li non ci voleva molto coraggio considerando che stiamo parlando di un allenatore fermo da un anno che attendeva il ritorno in A da quasi dieci. Il coraggio è mancato nel lancio dei giovani, nel dare minutaggio a calciatori di proprietà per il bene della società. Anche quando la retrocessione era matematica il buon Serse non fatto mai un passo verso i giovani talenti pitagorici, nonostante ce ne siano diversi all’interno della rosa della prima squadra e della formazione Primavera. Che poi è chiaro, nessuno dice che questi giovani arriveranno ad essere campioni, ma credo, e sono convinto, che una squadra che non ha più nulla da perdere deve quanto meno riuscire a valorizzare, o semplicemente premiare, quei calciatori che hanno avuto meno spazio e che si sono ben distinti durante gli allenamenti o nelle formazioni giovanili.
     
    Che poi, se parliamo di tattica, so bene che Cosmi ha portato una migliore quadratura alla squadra, ha dato ai calciatori una mentalità più difensiva, più contenuta, anche se il modulo è rimasto invariato, lo stesso 3-5-2 che utilizzava Stroppa. Ma questo lo abbiamo scritto spesso, Stroppa pensava di avere in mano il Barcellona e il suo andare sempre all’attacco non era certo consono ad una squadra con obiettivo salvezza. Con Cosmi c’è stato meno spettacolo ma più praticità, che è quello che ho sempre sostenuto, una squadra come il Crotone in A deve pensare ai punti e non al gioco. Anzi, oso dire che magari con Cosmi (o qualsiasi allenatore con diversa mentalità da quella di Stroppa) dall’inizio probabilmente ci saremmo giocati la salvezza fino all’ultima giornata, ma questo basta a dire che un allenatore è da Serie A? Forse si, o forse no. Non sono certo io a dirlo, ma forse neanche Cosmi. Sappiamo tutti che in A sono arrivati allenatori non pronti e che magari esistono allenatori, anche nel calcio dilettantistico, che farebbero una figura nel massimo campionato. Ma questo chi lo dice? I numeri. Cosmi dopo l’ottimo periodo Perugia ha fatto poco in A, ha collezionato brevi comparsate ed esoneri e se nessuno gli ha dato fiducia forse qualche motivo ci sarà, non stiamo certo parlando certo di un giovane esordiente. Non sono certo pochi mesi a dire se un allenatore sia bravo o meno, Cosmi ad esempio ha fatto meglio di Stroppa in A ma questo significa che lui più bravo? Personalmente credo di no, forse Cosmi era più adatto in quel momento avendo una diversa mentalità, ma certo non significa essere più bravo.
     
    In sostanza voglio lanciare un messaggio a mister Cosmi, di stare con i piedi per terra e di non darsi giudizi personali dettati da qualche buona prestazione. Così facendo rispecchia solo il classico tifoso italiano che si sente allenatore da Serie A ogni qual volta che la sua squadra perde una partita. Meno parole e più fatti. Saluti da Crotone.
     

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